Marcello Carli saluta ufficialmente l'Empoli, e lo fa attraverso una conferenza stampa ricca di contenuti ma anche di emozione, dopo una lunga convivenza che ha portato tante soddisfazioni e che si è conclusa però nel peggiore dei modi, cioè con la retrocessione in serie B. L'ormai ex direttore sportivo della formazione toscana ha fatto capire cosa non è andato in una stagione che all'inizio della primavera sembrava poter filare via tranquilla, ma che invece si è conclusa con la clamorosa e appassionante, nonchè vincente rimonta da parte del Crotone: "Non ha funzionato niente - così ha esordito Carli - . Siamo retrocessi in maniera clamorosa ed è giusto che anche nei miei confronti sia stata presa questa decisione. Siamo arrivati alla fine con mille paure e mille problemi, è una colpa che ho io: la squadra è arrivata alla fine e non aveva più niente da dire. Se siamo retrocessi è colpa nostra: non voglio sminuire l'impresa del Crotone, ma se avessimo avuto il 20% del loro spirito ce l'avremmo fatta. A Palermo non abbiamo fatto nemmeno il minimo indispensabile: significa che l'annata è stata gestita male".
Si parla anche della gestione diretta da parte di Carli per quanto riguarda questa stagione in casa Empoli. Si commentano in particolare le sue decisioni in sede di mercato, soprattutto in uscita, con le partenze a stagione in corso di Riccardo Saponara in direzione Fiorentina e di Alberto Gilardino. Il bomber biellese era arrivato per fornire esperienza e gol agli azzurri, ma ha finito con l'andare via in maniera triste e malinconica, con il Pescara che lo ha accolto a gennaio: "Le scelte di mercato forse hanno influito nella misura in cui abbiamo puntato su Gilardino. Non per il ragazzo, ma per una questione tecnica. Su Saponara, invece, posso dire poco: nel girone di andata non aveva fatto nulla e ci aveva dimostrato col suo atteggiamento che l'avventura a Empoli era finita, quindi non rimpiango la cessione".
Una storia, quella tra Carli e l'Empoli, che dunque si conclude dopo tante bellissime stagioni, ma anche con l'amaro in bocca. L'ex direttore sportivo toscano ammette che probabilmente, con il senno di poi, sarebbe stato meglio interrompere il rapporto con il club del presidente Corsi in precedenza: "L'errore che ho fatto è stato non andare via l'anno scorso, ma era la cosa più semplice. Vado via ora perché mi rendo conto che la storia è finita, ma è inutile continuare a crocefiggerci: se siamo retrocessi è perché abbiamo commesso un sacco di errori. Non so dove vado, se trovo un posto, anche di pazzi, anche difficile, che dà un’emozione, non ho problemi ad andare. Non vado a cercare contratti. Fortunatamente mi posso permettere anche di restare fermo un anno o due, tanto più di un pollo non mangio. Io devo andare in un posto dove c’è anche del casino, anche pochi soldi, e su quello ci sono abituato, però dove posso pensare di poter determinare qualcosa di importante: prendere l’allenatore, averci un rapporto, pensare di potergli trasmettere qualcosa. Quindi, io ho parlato con loro, ora lì hanno altri problemi".
E poi c'è il futuro, che nel caso di Marcello Carli potrebbe parlare siciliano. Si parla ormai da tempo, infatti, di un suo sempre più probabile approdo alla corte del Palermo, con il nuovo presidente Paul Baccaglini che lo ha incontrato e gli ha esposto il suo programma. Così risponde Carli sull'argomento: "Io ho avuto un colloquio con Baccaglini. Io non so dove vado, ma so dove ho sbagliato. Ho delle caratteristiche che mi portano, per il mio modo di pensare, ad essere o uno che pensa, un visionario che vuole cambiare il mondo, oppure a subire le cose e che non riesce a trasmettere le cose agli altri. La piazza è una di quelle dove fare le cose serie, senza raccontare le bischerate alla gente, perché quella è una cosa assurda. Poi, con il Palermo ci ho parlato, potrò aver parlato anche con altre persone, ma in questo momento dico che per me la percentuale che io rimanga fermo è molto alta e mi farebbe anche bene. Voglio migliorarmi, vedremo. Della categoria non mi interessa niente e del famoso progetto nemmeno, perché il progetto si fa giorno dopo giorno. Se è un posto dove penso di poter andare a fare del casino e penso di poter partire la mattina bello tosto e di andare lì, ripeto, anche a fare casino ma a fare qualcosa, ne avrei bisogno ci vado volentieri".