"Nel girone di ritorno abbiamo fatto 48 punti, anche con gli infrasettimanali pesanti, due con la Juve, due col Real. L'unico momento della stagione in cui abbiamo lasciato qualcosa è al momento degli infortuni di Milik e Albiol, con giocatori diversi abbiamo impiegato 2-3 partite per ritrovarci ed abbiamo perso qualche punto. Qualche pari sfortunato poi capita a tutti, anche se i nostri capitano dopo partite con 27 tiri a 2, ma sono discorsi che possono fare anche Roma e Juve".

Commenta così, in conferenza stampa, un soddisfatto Maurizio Sarri, che al termine del rotondo 4-2 con il quale il suo Napoli ha battuto a Marassi la Sampdoria chiudendo nel migliore dei modi la stagione si è lasciato andare in una analisi ad ampio raggio della stagione dei partenopei. Qualche passaggio a vuoto di troppo nel girone d'andata, prima di innestare le marce alte nel girone di ritorno, soprattutto in esterna: "L'aspetto migliore di questa stagione? La sensazione di crescita, che si possa ancora migliorare. Lo scudetto con questa rosa? Non lo so, non sono un veggente. Quello del girone d'andata no, del ritorno sì, lo dicono i numeri".

Ed ancora, in vista del preliminare di Champions League che affronterà il suo Napoli, il tecnico prosegue: "La storia degli ultimi anni purtroppo è fatta di quasi tutte eliminazioni, per noi sarà un momento difficile, in Italia si inizia più tardi e con un clima diverso da quelli di altri paesi. E' una gara che ha ripercussioni mentali forti. La Roma l'ha gestito bene dopo, altri casi estremi invece perché si forza la preparazione".

Infine, un breve passaggio anche sui cori che si continuano a sentire sugli spalti della maggior parte degli stadi italiani nei confronti dei partenopei e sulle difficoltà di giocare ad un orario scomodo d'estate: "Non voglio entrare in questi discorsi organizzativi, ma a fine maggio di pomeriggio non si può giocare a calcio. Noi lo abbiamo fatto in modo dignitoso, qualcuno dirà che io cerco scuse, ma abbiamo vinto e non cerco nessuna scusa. Noi non siamo la Premier come clima, poi vengono partite di un certo tipo. I cori?  Non dobbiamo demonizzare il pubblico della Samp, noi li prendiamo nell'85% degli stadi italiani. In Italia c'è razzismo di un certo tipo che ha una cassa di risonanza, altri invece passano sotto silenzio. A Napoli si vive bene, ci sono nato, mi fa incazzare quando sento questi cori. Su altri campi sento anche di peggio".