In principio fu Quagliarella, sacrificato per far posto ad Edinson Cavani. Successivamente, dopo la partenza di 'Masaniello', si passò alle cessioni, apparentemente insostituibili, di Lavezzi, dello stesso Matador ed infine, nella scorsa estate, di Gonzalo Higuain. Eppure, dopo tutte queste illustrissime partenze, sacrificate in nome della costruzione progressiva di una rosa sempre più forte nel complesso, il Napoli è ancora lì, frutto di programmazione e lungimiranza, di fondamenta solide, di basi e principi, tecnici e tattici, ben definiti, duraturi nel tempo ben al di là degli interpreti. La dimostrazione, definitiva, arriva dalla stagione corrente, dove i partenopei, senza il bomber principe della passata edizione della Serie A, hanno riscritto pagine di record in termini di produzione offensiva, di vittorie in esterna e di punti in campionato, senza dimenticare un cammino migliore del precedente in Coppa Italia ed un percorso di tutt'altro che secondo piano in Champions League

Certo, la stagione si chiuderà per l'ennesima volta a mani vuote e con l'ennesima magra consolazione della qualificazione alla prossima Coppa dei Campioni, tutt'altro che scontata e di secondo piano per una squadra che affronterà le Coppe Europee per l'ottavo anno consecutivamente. Da nove anni a questa parte, il Napoli è riuscito a crescere in maniera progressiva e costante, riuscendo pian piano ad inserirsi nel Gotha del calcio italiano, anche se, ovviamente, l'ambizione a migliorarsi ancora, puntando sempre più in alto, non può essere affatto nascosta. Sebbene Maurizio Sarri ed i protagonisti del caso continuino però a negarne l'evidenza, naturale culmine di una parabola ovviamente ascendente, in casa Napoli ci si chiede quale sia il passo per completarsi e competere ad altissimi livelli con la big d'Italia e le grandi d'Europa. 

Il passaggio, forse definitivo per completare e rifinire al meglio la rosa a disposizione di Sarri, è quello più difficile, ostico, problematico per una squadra che economicamente non sempre può fare a meno di cessioni importanti dal punto di vista monetario. La sfida più difficile per il Napoli di oggi, non è quella di affrontare l'Inter a San Siro o la Juventus allo Stadium, bensì quella, fuori dal campo, di riuscire a confermare e consolidare una rosa che si è espressa a livelli altissimi, in Italia ed Europa, già a partire da questa stagione. Si parte dalla conferma di Insigne, scontata ai più, molto più problematica nelle piaghe di una trattativa che si è protratta per troppo tempo, passando successivamente per i rinnovi di Callejon e Koulibaly, la cui ipotesi di addio è tutt'altro che sventata, per finire al nodo più ingarbugliato di questo fine stagione: il rinnovo di Dries Mertens

Trovato oramai un consolidato equilibrio offensivo, con il belga ed i due esterni Insigne e Callejon, Sarri avrà nuovamente a disposizione Milik nella prossima stagione, oltre a contare sul resto della rosa assortito alla perfezione tra giovani di bellissime speranze e prospettive e anziani dall'esperienza già spiccata. La necessità, per il Napoli di oggi, deve essere quella di confermare questa rosa per un'altra stagione, oltre a rifinirla nei pochi dettagli che mancano all'undici di riserva per poter essere all'altezza dell'onze de gala. Ripartire, nel prossimo anno, da qualsiasi risultato si otterrà in questa stagione, con quattro innesti mirati - portiere, due terzini, una punta - in grado di elevare ancor più il tasso tecnico, qualitativo e quantitativo di una squadra già di primissimo livello, pronta forse mentalmente, dopo questo girone di ritorno, a spiccare il volo verso la definitiva consacrazione. Adesso, la parola, non spetta più al campo.