Se la sconfitta contro il Sassuolo era stata accolta senza troppi patemi d'animo, quella casalinga contro il Crotone ha acceso una piccola luce nella testa di Marco Giampaolo, deciso ad interrompere il mini-trend che vede la Doria manchevole di punti da centottanta minuti. Nulla di grave, sia chiaro, ma continuare a vincere anche ad obiettivi raggiunti potrebbe essere il prossimo step per costruire la Sampdoria che verrà, una squadra cioè decisa a lottare per l'Europa come fatto nel 2009-10, quando Cassano e Pazzini trascinarono i blucerchiati al quarto posto a suon di goal. Da allora sembrano passati secoli, eppure la squadra vista in questa stagione ha in sé tutte le potenzialità per tornare a dominare nelle posizioni nobili di classifica.
Per carità, il 2-1 subito dal Crotone poteva benissimo essere evitato, se gli episodi fossero girati per il verso giusto, ma gli zero punti raccolti contro i calabresi hanno confermato una leggera parabola involutiva della Doria, incapace di giocare come fatto durante le precedenti gare. A salvezza ottenuta, infatti, il collettivo di Giampaolo si è inevitabilmente seduto, sia per un calo mentale che per un'inevitabile fase di riserva fisica, tendenza naturale dopo una stagione a ritmi altissimi e poco puntellata dal consueto turnover che consente di gestire al meglio le forze.
Se si esclude la TIM Cup, infatti, la Sampdoria ha quasi sempre giocato con gli stessi effettivi, con giocatori del calibro di Budimir e Cigarini poco utilizzati. Menzione particolare a sostegno di questa tesi, è proprio il caso di Schick, giocatore dal sicuro futuro messosi definitivamente in evidenza solo grazie all'infortunio di Luis Muriel, che ha di fatto spalancato le porte del minutaggio continuo al bomber ceco. Per migliorare anno dopo anno, dunque, occorre limare anche certi aspetti, evitando magari capitomboli che potrebbero soltanto minare un ambiente sereno e saldo dopo l'ottimo percorso svolto.