Dalla caduta alla risalita il passo può sembrare breve, ma non lo è, poi, così tanto. Lo sa bene Arkadiusz Milik, centravanti polacco classe '94, acquistato dal Napoli per non far rimpiangere eccessivamente El Pipita Higuain. Giovane, forte fisicamente, bravo anche con la palla nei piedi: tutti elementi che, insieme alle doppiette al Milan e alla Dinamo Kiev, facevano ben sperare la piazza napoletana, orfana del core n'grato argentino.
La caduta- Dopo un'ulteriore doppietta, decisiva per la vittoria degli azzurri contro il Bologna, Milik saluta Castelvolturno per aggregarsi alla sua Nazionale. Il polacco, però, non sa che, di lì a pochi giorni, avrebbe patito un gravissimo infortunio, che gli avrebbe fatto perdere buona parte della stagione. Il difensore della Danimarca, Vestergaard, entra duro in contrasto, il ginocchio fa un movimento innaturale: rottura totale del legamento crociato del ginocchio sinistro.
Un episodio del genere avrebbe abbattuto chiunque, ma non il polacco dal nome impronunciabile. Arek, abbreviazione quasi a voler richiamare il Dio della Guerra greco - Ares -, non si perde d'animo e, aiutato dallo staff medico del Napoli, comincia la lunga riabilitazione, stimata in 5-6 mesi.
La risalita- La caduta è immediata, la risalita molto lenta. Servono forza di volontà, dedizione al lavoro e sostegno dall'ambiente. Con questi ingredienti, mai mancati durante l'inattività, Milik torna in panchina agli inizi di febbraio, riuscendo anche a giocare scampoli di partita nell'ottavo da sogno contro il Real Madrid. Chiaramente, però, un giocatore di oltre 1,90 m e dotato di quella stazza, ha bisogno di molto tempo per poter rientrare in condizione.
Pian piano il minutaggio aumenta, ma il gol continua a mancare. Fino al lunch match di domenica contro il Sassuolo. Sarri lo getta nella mischia alla disperata ricerca di un beffardo pareggio, Arek lo ripaga con ciò che meglio sa fare: movimento da centravanti vero, stop e tiro di sinistro, palla in rete senza scampo per Consigli. Il gol è tornato, la risalita può ritenersi terminata.
Le prospettive future con Milik in campo- La stagione attuale ha visto consacrarsi al centro dell'attacco un funambolico Mertens, autore del record stagionale di gol in carriera - 22 - , e, al momento, chiaramente inamovibile dallo scacchiere partenopeo. Nel prossimo campionato, però, potrebbe presentarsi una stuzzicante alternativa per Maurizio Sarri: utilizzare non a partita in corso, ma fin dall'inizio dei match, un 4-2-3-1, con il belga, Insigne e la freccia Callejon, alle spalle di un centravanti dalle spalle larghe, Milik, appunto. Per poter utilizzare tale sistema di gioco ci sarebbe bisogno di grande sacrificio delle due ali offensive e di un gioco di rottura davanti alla difesa operato dai due mediani scelti.
Possibile che Sarri cambi il suo modo di giocare? Probabilmente non succederà, ma qualora dovesse accadere, Arkadiusz, detto Arek, si farà, senz'altro, trovare pronto: anche perché lui, nonostante la giovane età, ha già tastato il sapore del sacrificio.