A caccia del secondo posto, con un pensiero rivolto ovviamente al rinnovo contrattuale di Lorenzo Insigne e, inevitabilmente, all'obiettivo futuro dello Scudetto e della crescita del suo Napoli. Questi, tra gli altri, gli argomenti trattati da Maurizio Sarri nella classica conferenza stampa della vigilia della trasferta di Sassuolo, sfida decisiva per la lotta alla qualificazione diretta alla prossima Champions League. Inevitabile, tuttavia, un primo pensiero a quanto accaduto nella mattinata partenopea, con Insigne che ha prolungato il contratto con il sodalizio campano.
"Sono contento perché si può innescare una bella storia, può essere la bandiera della sua città, sono cose romantiche, ma oggi siamo alla vigilia di una partita ed i pensieri vanno verso altre cose". Legato a questo discorso anche quello della conferma dei punti cardine della rosa per dare una continuità al progetto partenopeo: "E' un ciclo forte, ma io penserei anche ad altre cose. Siamo arrivati al punto che si fa un passo avanti o indietro, altrimenti non resti per anni ad alti livelli. Sono contentissimo, rappresento questo ciclo, ma per un futuro a lungo raggio ci sarebbero tanti ragionamenti da fare. Egoisticamente penserei solo al nostro ciclo e direi sono contentissimo".
Si passa successivamente ai discorsi relativi alla gara, con la presenza di Hamsik in forte dubbio. Questo il commento di Sarri, prima di spostarsi sui valori del Sassuolo e di Di Francesco: "Hamsik ieri s'è allenato, vediamo oggi come va. Non voleva fermarsi, ma era giusto per un giorno o due non rischiare. Insidie? Giochiamo contro una squadra forte, una società forte. Quest'anno ha pagato la prima esperienza europea, ha avuto un numero incredibile di infortuni e non s'è ripetuta, ma nella gara singola è pericolosissima. Di Francesco? Il Sassuolo è organizzato, con più fortuna sugli infortuni poteva ripetere la scorsa stagione. Resta una squadra forte nelle singole partite, al di là della classifica che non è sua. Ha movimenti offensivi importanti".
Trasferta di Sassuolo che diventa inevitabilmente propedeutica per il discorso legato al secondo posto, con il Napoli che è consapevole di non poter sbagliare nemmeno una mossa se intende superare la Roma: "Dobbiamo fare di tutto, i ragazzi sanno che non c'è quasi margine di errore. Passa tutto per le partite, non contano nulla le tabelle. Bisogna avere la testa solo sulla partita di domani". E sulla crescita costante della sua squadra, il toscano sottolinea: "Abbiamo ancora qualche margine come mentalità, dobbiamo curare meglio i particolari a livello individuale e collettivo. Come personalità nel gestire le partite, manca ancora un po' di sicurezza. Siamo cresciuti come anima e cuore, lotta per raggiungere l'obiettivo. Aspetti che ci fanno essere leggermente positivi, ma da monitorare perché non possiamo darli per acquisiti".
Aspetti e miglioramenti che possono portare il Napoli a giocarsi lo Scudetto nelle prossime stagioni, anche se Sarri inevitabilmente frena: "Io penso il Napoli attuale non possa programmarlo, ci sono altri club più forti sotto tanti punti di vista, ma noi dovremo cercare l'evento, dobbiamo capire se nel calcio c'è ancora spazio per i sogni. Io sono convinto ci sia ancora spazio per la poesia, il cuore, l'anima, la gente, dobbiamo verificarlo. Nel calcio di oggi è più difficile, ma c'è margine. Io penso che il quarto fatturato non può puntare allo scudetto, poi può succedere e rappresenta qualcosa di particolare. Vincono sempre le squadre con più fatturato, è difficile ed un evento il contrario. Succede in Inghilterra, lì è più facile perché anche le squadre medie hanno fatturato di grandi livelli, in altri paesi è più difficile.Deve essere un sogno, non un qualcosa di programmato".
Si parla anche del gioco del Napoli, che ha portato quattro giocatori in doppia cifra, con Mertens su tutti che sta continuando a sorprendere per continuità di rendimento e di fatturato: "Cosa significa? Significa che abbiamo giocatori di enorme valore. Il nostro miglioramento non passa da questo, fare 103 o 115 gol a volte è uguale, ma subirne di meno fa la differenza. Il margine di crescita è nella solidità, ma ci sono miglioramenti perché nel girone di ritorno siamo secondi per tiri subiti. Mertens? Se ci avessi messo uno scarso avrei fatto un errore. E' come parlare di sostituzioni azzeccate, ma se hai quei giocatori lì... Dries si sentiva suo quel ruolo, ha fatto bene, anche se avevamo in mente quel ruolo già dalla preparazione quando ha giocato lì".
Ed infine, uno sguardo anche al suo futuro, anche se Sarri si dice tranquillo a riguardo: "Non ne ho idea e non ci penso. Che ne posso sapere, magari litigo con ADL e ci prendiamo a testate (ride, ndr). Io ho risposto solo alla domanda se è programmabile uno scudetto, io ho detto solo che secondo me non è possibile se non cambiano delle cose. E' un sogno, non programmazione".