Il Napoli esce dal catino del San Paolo con un punto in saccoccia, il divario dalla Roma si amplia, mentre quello dalla Lazio quarta in classifica si riduce. Una giornata di campionato che in termini di risultati di certo non arride agli azzurri di Maurizio Sarri, che comunque escono dal campo tra gli applausi dei propri sostenitori, accorsi in massa a godersi la gran classica del calcio italiano, e soprattutto con una grossa consapevolezza in più. La Juventus, la storica rivale, è umana, può essere sopraffatta.

Il Napoli ha subìto il gol a freddo di Khedira, e poi nulla più. Il 60% di possesso palla testimonia l'andamento della gara: il pallino del gioco è stato sempre nelle mani dei campani, bravi a tenere in scacco la Juvuntus, finita per essere schiacciata dagli azzurri nella propria metà campo per buoni tratti della contesa. La creatura sarriana ha solo difettato nel ritmo con cui ha mantenuto il giro palla. Poca capacità nel dare sterzate al ritmo, nell'accellerare il possesso e dunque far spostare l'avversario, tutto rintanato indietro. La Vecchia Signora ha tenuto, seppur soffrendo gli avanti azzurri, il calcio sempre danzato, dolce e spigliato dei partenopei. Una Juventus pressocchè perfetta in difesa è quindi uscita imbattuta da Fuorigrotta, seppur abbia sudato le proverbiali sette camicie per riuscirci.

Avrebbe potuto osare di più il Napoli, come avrebbe dovuto osare di più il suo condottiero, magari aumentando il peso offensivo inserendo una punta di ruolo. Il gol di Hamsik, giunto dopo l'ora esatta di gioco, è meritatissimo, a coronamento di un'azione splendida: Mertens l'ha rifinita magistralmente, come solo lui è in grado di fare, ma la difesa della Juventus nella circostanza ha tradito, ed ha compito l'unico errore della serata, tenendo in gioco Marekiaro che con sfacciata freddezza ha punito la Vecchia Signora. Un gol liberatorio, un pareggio che ha evitato al Napoli una sconfitta beffa, che avrebbe avuto un sapore amaro, parecchio sgradevole.

Al Napoli è mancata la mira per far ulteriormente male ai campioni d'Italia. Insomma, niente di nuovo. Ha dettato il gioco, fatto girare palla, è arrivato sotto porta ma l'imprecisione di Hamsik, Mertens e di tutti gli azzurri hanno frenato la spasmodica voglia di trionfare nella serata di gala allo Stadio San Paolo. La Juve se ne infischiata dell'aspetto estetico, semplicemente ha badato al sodo, a non prenderle, ma ha dovuto ringraziare il mancato cinismo degli uomini di Sarri che hanno messo in luce, ancora una volta, una delle poche pecche della squadra: il non saper finalizzare la grossa mole di gioco espressa nei 90' minuti ed oltre.

Un pareggio poco utile ai fini della classifica, ma fruttifero, vantaggioso per il morale della squadra. Il match contro la Juve, il primo atto, ha lasciato in eredità una consapevolezza: la Vecchia Signora è umana, può essere colpita e ferita. Il Napoli ci crede, tra poco più di 48 ore il teatro di Fuorigrotta alzerà nuovamente il sipario, c'è in ballo la qualificazione alla finale di Coppa Italia. E non fatevi impressionare, nessuna forma di deja-vù, nessuna forma di alterazione del ricordo: è realta, è ancora Napoli contro Juventus, è ancora grande calcio. Questa volta però, il pubblico azzurro vuole esultare al triplice fischio finale, afferrando e sbalzando via la Madame bianconera.