Tre gol e tre punti. Questo è il bottino con cui il Napoli ritorna dal Bentegodi di Verona e cancella la sconfitta (e le polemiche) succedute alla sconfitta del Santiago Bernabeu. La terza vittoria consecutiva in campionato, con annessa sofferenza finale, permette agli azzurri di tenere il passo di Juventus e Roma e di mantenere il vantaggio nei confronti dei suoi immediati inseguitori.
Chi pronosticava una partita trappola è rimasto ben presto deluso. Le scorie della serata non felice di Madrid, il Napoli le ha lasciate a Castelvolturno, presentandosi nella "città dell'Amore" tirato a lucido, voglioso di pronto riscatto, di continuare a dimostrare la sua grandezza. Il Chievo rinuncia a giocare, resta arroccato nella propria metà campo in attesa degli avversari. Il Napoli, con il piglio della grande squadra, sin da subito legge la sfida, decifrandone il suo codice segreto. Fraseggio nello stretto, rapido ed elegante con pallone continuamente in movimento dall'interno verso l'esterno. Hysaj e Ghoulam in continua proiezione offensiva garantiscono la giusta superiorità numerica, ed i clivensi, dopo i primi 10' minuti in cui riescono a tenere discretamente botta agli azzurri, iniziano a boccheggiare, patendo la verve partenopea.
A scuotere il match ci pensa il solito Insigne, sempre più Magnifico. Dribbling secco ad uscire, solita danza di bacino e dalla sua mattonella preferita calcia a giro andando a lustrare possibili ragnatele stazionanti nell'angolo della porta difesa dal sempreverde Sorrentino. Mai un gol banale per il talento di Frattamaggiore, vero uomo in più in questo frangente di stagione. Lo 0-1 anestetizza i clivensi, incapaci di reagire, Hamsik da rapace d'area si nutre delle membra della coppia Sorrentino-Gamberini che pasticcia e stende il tappeto rosso alla realizzazione numero 110 con la maglia azzurra dello slovacco. Marekiaro è sempre più parte integrante di Napoli, il suo "110 e lode" lo proietta a soli cinque gol dal più grande di sempre, Diego Armando Maradona.
Match in pugno, si rischia poco o nulla. Anzi, il tris diventa realtà quando Zielinski, subentrato all'infortunato Allan, gonfia per la terza volta la porta di Sorrentino, mettendo in ghiacco la contesa. Spazio per Milik, per lui venti minuti positivi di lotta e grinta; entrerà poi anche Giaccherini, ma sul triplo vantaggio il Napoli decide di autoflagellarsi. Decide che il pomeriggio di assoluta tranquillità deve essere in qualche modo ravvivato, e scompare dal campo. Meggiorini accorcia le distanze, la difesa balla, e tanto. Maksimovic, ma soprattutto Koulibaly, passano in uno stato di inspiegabile turbamento, la squadra evapora dal rettangolo verde ed il Chievo di Rolando Maran sfiora più volte il punto del 2-3. Un pò Reina, un pò la fortuna che si sa, aiuta sempre gli audaci, permettono agli azzurri di farla franca, potendo esultare al triplice fischio finale.
Il Napoli non ha lasciato la testa a Madrid. Se dopo la sconfitta madrilena c'è stata tempesta, la squadra non sembra averne risentito. Una vittoria importante, una vittoria che permette ai partenopei di ripartire, dimostrando di essere una squadra ormai matura, pronta per rincorrere grandi traguardi.