Quello che si presenta alla stampa pochi minuti dopo il pareggio per 1-1 contro il Cagliari è un Giampaolo tranquillo ma non felice. In una lucida analisi, il tecnico della Sampdoria ha cercato di delineare momenti positivi e negativi della partita dei suoi: "Non siamo stati pulitissimi tecnicamente, abbiamo pagato sulla fisicità degli avversari, nonostante la differenza siamo stati bravi a restare dentro la partita".
Subito dopo, però, arrivano le osservazioni sugli avversari e qualche frecciatina alla squadra di manutentori di Marassi: "Il Cagliari è una squadra di tutto rispetto, con tanta esperienza, che ha fatto valere queste sue caratteristiche. Dominava nel gioco aereo. Qualche cosa sul piano fisico lo abbiamo pagato. Il terreno di gioco va assolutamente migliorato, questo è un campo da rugby, quando giochiamo in casa abbiamo bisogno che il terreno sia perfetto. La squadra è stata brava a restare sul terreno, non era facile". Insomma, una riga che si somma a tante altre nel sottolineare i problemi storici del prato di uno degli stadi più suggestivi d'Italia.

Giampaolo ha poi commentato la prestazione dal punto di vista tattico, col suo 4-3-1-2 che vedeva Fernandes di supporto alle due punte e Praet e Barreto come mezzali. Nel secondo tempo c'è stato anche l'esperimento di Djuricic come trequartista, ma secondo il tecnico abruzzese (seppur nato in Svizzera) a mancare sono stati equilibrio e precisione: "In vari momenti abbiamo sbagliato qualcosa tecnicamente. Se attacchi male rischi di difendere male e di sbilanciarti. Djuricic ha giocato nel ruolo di trequartista e non il ruolo di mezzala, avevo pensato anche a un cambio più offensivo, però poi avrei subito un centrocampo leggero".

Un commento finale è arrivato anche su Quagliarella, tornato al gol dopo una lunghissima astinenza, ed in generale sulla necessità di giocare in maniera più ariosa per evitare di restare ingabbiati dalla fisicità degli avversari: "Sono contento che Quagliarella abbia fatto gol. Dobbiamo giocare partite tecniche e non fisiche perchè il nostro non è un centrocampo fisico, abbiamo calciatori tecnici, quando non riusciamo a giocare tecnicamente paghiamo fisicamente. Quindi ribadisco il grande merito della squadra per la prestazione fatta".

Nel post partita ha parlato anche proprio Fabio Quagliarella, tornato al gol dopo una lunga astinenza ma soprattutto dopo la condanna a quasi cinque anni di reclusione per stalking di Raffaele Piccolo, agente della Polizia Postale ed ex-amico dell'attaccante ai tempi del Napoli, nonché protagonista di diversi ricatti e minacce decisamente pesanti nell'ambiente partenopeo. Piccolo, ai tempi, minacciò Quagliarella ed i suoi familiari chiedendo in cambio favori o regali, finendo addirittura con lo spedire lettere anonime alla società in cui l'attaccante era accostato a reati come pedofilia ed associazione mafiosa. Questa la testimonianza del 27 doriano, scoppiato anche in lacrime dopo la rete: "Per raccontare tutta la vicenda ci vorrebbe una mia trasmissione. Ho vissuto cinque anni da incubo, immaginare di non vivere serenamente fuori dal calcio è dura. Quando sono andato via da Napoli sono state dette tante cose non vere. L’unica causa per cui sono andato via era questa persona. Dopo tanti anni è finita: ringrazio la giustizia che ha dato quattro anni e otto mesi a quel poliziotto. Ho vissuto male io e la mia famiglia, cercando comunque di scendere in campo ed essere un professionista facendo il mio dovere. Mi si è tolto un peso enorme perché sono cose veramente dure da sostenere".