"Faccia tosta? E' indispensabile. Fare una partita timorosa sarebbe controproducente. Cerchiamo di avere la faccia più tosta possibile. Cerchiamo di avere un minimo di follia di venire qui a provare a fare il nostro calcio. Sappiamo che veniamo qui contro i campioni d'Europa e del Mondo. Veniamo qui per vedere a che punto siamo nel nostro processo di crescita. La prima considerazione è però che è stupendo venire qua e giocare contro il Real Madrid".
Non accetta altri discorsi Maurizio Sarri, che dopo aver lasciato spazio a Callejon ed Albiol ha preso la parola nel ventre del Santiago Bernabeu, analizzando i temi della sfida che domani sera vedrà il suo Napoli impegnato contro il Real Madrid. Il tecnico dei partenopei ha ovviamente guardato alle scelte di formazione da fare, anche se non si è esposto più di tanto, anzi, ha provato a stemperare la tensione con una battuta.
"Non so se giocare con tre o quattro attaccanti! Non ho nessun dubbio. Proverò a mettere la formazione più offensiva possibile, ma che mi garantisca anche un minimo di equilibrio e che mi garantisca anche di avere gamba, non è che con due cambi diventiamo una squadra capace di abbassarsi. Andremo con la formazione più offensiva possibile".
E sul Real Madrid, un eloquente risposta da Sarri: "Abbiamo provato a curare il massimo possibile, sapendo che contro il grande talento non ci sono grandi antidoti. Non sarebbero esistiti Maradona, Platini, così come Ronaldo. Possono deciderti la partita in qualsiasi momento, ed è bellissimo che sia così. E' una cosa che puoi limitare, una squadra che puoi studiare quanto vuoi, ma che poi in qualsiasi momento della partita possono farti la giocata decisiva, che non è preventivabile né studiabile. Possiamo provare a cercare la verticalizzazione da dietro, ma senza sbilanciarci più di tanto. E' chiaro che troviamo una squadra che a livello di ripartenze è la più forte del mondo. Dobbiamo essere bravi nelle accelerazioni, ma dobbiamo essere straordinari nella fase di equilibrio e di recupero sulle palle perse".
Si guarda anche, se non soprattutto, all'aspetto ambientale, che può rappresentare un fattore per i più esperti e maturi madrileni: "E' uno stadio clamorosamente importante e bello. Ho fatto un percorso lungo, sono passato da stadi da 1000 a 5000, ora sono arrivato qui. E' stato un percorso che smorza molto a livello emozionale, però poi siamo sempre al Santiago Bernabeu e fa un certo effetto. Se può influire? Abbiamo già fatto bene in campi non semplici come quello del Besiktas. La nostra squadra è una squadra che può far bene anche in trasferta, perché in ripartenza possiamo sempre far male. Il nostro cammino in casa fa poco testo, perché condizionate da molti fattori che non sempre hanno fatto bene ai ragazzi. L'alone mistico dello stadio? Certo, è una logica conseguenza del fatto che il Real ci ha messo dentro sempre squadre fortissime, quindi chi veniva qui ci ha sempre perso".
Un passaggio anche sulla sua carriera, giunta all'apice dopo essere partita dalle categorie minori. Sarri analizza così il suo cammino, prima di rispondere con sincerità alla domanda sulle emozioni che lo percorreranno domani sera: "E' gratificante avere fatto una carriera lunga e soprattutto dal basso, è stato un percorso di formazione unico. In certe categorie vedi di tutto, quindi o cresci o muori. Cresci in maniera parallela alle esperienze che fai, certo non sempre sono gratificanti. Penso che sia un percorso che dovrebbe essere fatto da tutti, poi è chiaro che ci sono le eccezioni, come Guardiola. Le emozioni? E' difficile generalizzare, o presumere cosa proverò". Inoltre, dal percorso personale a quello della squadra, il tecnico ha così caricato i suoi: "Ho detto alla squadra che sta crescendo di mentalità, che stiamo migliorando ma che a livello di personalità deve ancora dimostrare qualcosa. Domani è una possibilità. Dobbiamo accettare tutto, tranne una prestazione timorosa. Non possiamo stare chiusi in area per novanta minuti, se non perché ci costringono loro".
Infine, un parere anche sulla spinta dei tantissimi tifosi giunti a Madrid e sull'apporto che potrà portare Maradona: "Non l'abbiamo visto, non so quanto e cosa possa darci. Spero che abbia il tempo per fare due chiacchiere con la squadra. Se ti parla una leggenda, se ti dice che puoi fare una grande partita, è benzina per la squadra. E' chiaro che mi ritengo un fortunato ad essere qui, è evidente".