Si avvicina sempre più la lunga notte del Bernabeu, che sarà ricca di sfide, personali e di squadra, da poter eviscerare, azione per azione, fino ad arrivare al novantesimo con vincitori e vinti. Tra i confronti più interessanti ed importanti, ai fini del risultato, non ci si può non soffermare sui due estremi difensori che, vuoi per il delicatissimo ruolo, vuoi per il livello della partita, potrebbero risultare decisivi per far pendere l'ago della bilancia dalla propria parte.
Pepe Reina - A 34 anni torna a giocarsi da protagonista un match degli ottavi di finale in quella Champions League che lo vide trionfatore con la maglia del Liverpool contro il Milan di Ancelotti, nella sciagurata notte di Istanbul. Probabilmente il portiere spagnolo è il migliore nel suo ruolo relativamente al gioco con i piedi, tanto da essere spesso protagonista di rapide ripartenze in contropiede volte a mandare in porta le ali degli azzurri: questa sua abilità, riconosciuta e temuta senza dubbio anche nella capitale iberica, potrebbe costituire un'arma importante per la squadra di Sarri nell'eventualità che i galacticos dovessero scoprirsi sulle fasce laterali, viste anche le non perfette condizioni fisiche del brasiliano Marcelo e il recentissimo infortunio di Danilo. Il portiere del Napoli dovrà, poi, guidare la difesa negli assalti madridisti, soprattutto per quel che riguarda le palle alte, specialità che vede in Sergio Ramos e Pepe due tra i migliori saltatori d'Europa.
Per Reina la partita con il Real sarà senz'altro speciale, dal momento che papà Miguel, anche lui portiere, fu colonna dell'Atletico Madrid che negli anni '70 conquistò la Liga e arrivò ad un passo dalla vittoria dell'allora Coppa dei Campioni. Conoscendone il carattere e la personalità, l'estremo difensore cercherà di riproporre in campo l'orgoglio e l'ardore appreso dall'altra parte del Manzanares.
Keylor Navas - A differenza di Reina, figlio di portiere e destinato a quel ruolo fin da giovane, l'estremo difensore del Real Madrid ha dovuto fare parecchia strada prima di giungere a vestire la casacca dei blancos. Originario del Costa Rica, fino al 2014 vaga per squadre dei bassifondi della Liga, finché l'exploit della sua Nazionale ai Mondiali brasiliani, con la vittoria nel girone sull'Italia, e l'eliminazione soltanto ai rigori nei quarti di finale con l'Olanda - partita dove, peraltro, verrà considerato il migliore in campo - lo portano all'attenzione della squadra più titolata al mondo, che lo strappa al Levante per una cifra vicina ai 10 milioni. L'operazione del Real sembra semplicemente volta a colmare il vuoto derivante dal fisiologico calo di Iker Casillas, destinato, l'anno successivo, ad essere ceduto, anche visto il non più idilliaco rapporto con il difficile ambiente del Bernabeu.
Il carneade sudamericano, però, regge bene la pressione e diventa titolare inamovibile, partecipando alla conquista della decima Champions, vinta contro gli acerrimi rivali dell'Atletico. Nonostante ciò, durante il mercato estivo dell'anno successivo, viene nuovamente messo in discussione dall'arrivo, poi saltato per questioni meramente burocratiche, di De Gea dal Manchester United. Ormai titolare fisso dell'undici madridista, Navas non concede molto all'estetica, ma, in compenso, risulta particolarmente efficace nel gioco tra i pali e nelle uscite, soprattutto quelle basse, considerando anche il suo fisico piuttosto asciutto e consono alla rapidità di piedi. Non è uno degli idoli del Bernabeu, stadio amante di campioni e star appariscenti, ma, senz'altro, rappresenta un ottimo puntello per la difesa di una squadra che, anche a voler cercare il pelo nell'uovo, ha realmente pochissimi punti deboli.
Volendo fare una comparazione tra le due figure nella loro globalità, probabilmente Pepe Reina è più forte del collega di reparto, che, però, nelle giornate di grazia, risulta difficilmente battibile vista la sua rapidità e applicazione. La sfida del Bernabeu, comunque vada, passerà anche per le loro giocate e dalle loro sapienti mani.