Da una parte un primo posto sofferto, ma meritato. Dall'altra una seconda piazza inattesa alla vigilia dei sorteggi, forse beffarda per il modo in cui si è concretizzata. Fatto sta che, Napoli e Real Madrid si ritroveranno di fronte mercoledì sera al Santiago Bernabeu per la gara d'andata di uno degli ottavi di finale della Champions League che promette già spettacolo e clamorose emozioni. Sfida tutt'altro che chiusa, quella tra i blancos madrileni e gli azzurri partenopei, che nonostante il larghissimo divario in termini di esperienza a questi livelli proveranno a compensare il gap con l'entusiasmo e la fiducia di un periodo lunghissimo di imbattibilità, che dura ormai da più di due mesi.

Nel frattempo, prima di addentrarci nelle analisi tattiche e nelle sfide che ci proporrà l'accoppiamento, andiamo a guardare come le due squadre sono arrivate a questo appuntamento, conquistando rispettivamente 11 punti nel gruppo B (Benfica, Besiktas e Dinamo Kiev), la squadra di Maurizio Sarri, e 12 nel raggruppamento F (Borussia Dortmund, Legia Varsavia e Sporting Lisbona) per los merengues di Zinedine Zidane. Il cammino delle due squadre.

Cristiano Ronaldo e Zinedine Zidane a confronto - Foto Goal.com

Il percorso del Real Madrid

Sembrava tutto filare liscio come l'olio per i blancos, primi nel proprio girone fino ad un battito di ciglia dal triplice fischio finale della sesta giornata della fase a gironi. Già. Il minuto è l'88, il Borussia Dortmund di Tuchel è sornione, subisce l'incedere madrileno, provando a sfruttare l'inerzia che si sta lentamente capovolgendo dopo il gol del momentaneo 2-1 firmato da Aubameyang.

La delusione di Cristiano Ronaldo dopo il 2-2 contro il Borussia Dortmund - Foto Mirror.Co.UK

Una disattenzione, fatale, costa il primo posto alla squadra di Zidane: lo stesso attaccante gabonese si infila alle spalle di Sergio Ramos, prima di servire a Reus centralmente il gol del definitivo pareggio. Tedeschi primi, Real Madrid alle spalle. Clamoroso, ma fino ad un certo punto.

Già, perché a forzare Ronaldo e compagni a vincere l'ultima giornata in casa è stata la partita del 2 novembre, giocata in casa di un Legia Varsavia ampiamente eliminato. L'orgoglio dei polacchi, misto all'ingenuità degli spagnoli, serve per ribaltare i gol in avvio di Bale e Benzema, mentre l'acuto di Kovacic a cinque dal termine evita la figuraccia a Zidane e compagni, rei di aver già dato per archiviata una gara che invece ha compromesso l'esito finale del raggruppamento.

La frustrazione di Morata e compagni, dopo il 3-2 del Legia a Varsavia - Foto Reuters

Pareggio che ha fatto seguito alle prime tre gare giocate come al solito con raziocinio ed equilibrio, senza strafare, che avevano portato in dote sette punti importantissimi alla casa blanca: il pareggio di Dortmund, in mezzo alle due vittorie casalinghe (2-1 di rimonta, con brivido, sullo Sporting e 5-1 sul Legia), sembrava aver spianato la strada verso un ritorno in discesa, prima della beffa della quarta giornata.

Le statistiche del Real Madrid - Stranamente abulico Cristiano Ronaldo, che era abituato nella fase a gironi a fare razzia di gol: due soltanto le marcature del portoghese, arrivate entrambe nelle prime due giornate contro Sporting e Borussia. Di fatto, il lusitano, non segna in Champions da quattro mesi. Quattro, invece, i gol per Benzema, ai quali hanno fatto seguito i due messi a segno da Bale, Morata e dall'insospettabile bomber di coppa Varane.

Il percorso del Napoli

Un primato atteso, all'atto della composizione dei gironi, ma tutt'altro che semplice da raggiungere. Il cammino del Napoli di Maurizio Sarri nella prima fase della Champions League 2016/17 è un ottovolante di emozioni: una partenza a razzo, che lasciava presagire una conclusione d'inerzia del percorso. Invece, il buio totale dopo le prime due vittorie, ha rischiato e non poco di compromettere tutto, prima dell'esaltante affermazione di Lisbona che ha rimesso le cose al proprio posto. Ma procediamo con calma ed ordine.

Napoli strabiliante, quello che annichilisce il Benfica al San Paolo - Foto LaPresse

Tre vittorie, due pareggi ed una sconfitta, dolorosissima. Il Napoli bagna nel modo migliore l'esordio del proprio tecnico nella massima competizione europea per club, a Kiev, contro la Dinamo: Milik travolge gli ucraini, ribaltando l'iniziale svantaggio. Una reazione di personalità e di voglia, che dà fiducia ai partenopei. La prima davanti al San Paolo è probabilmente il miglior biglietto da visita del manifesto sarriano: per un'ora gli azzurri devastano la difesa del Benfica, sepolta sotto un poker che resterà a lungo nella mente di Sarri ("il Nirvana calcistico l'ho raggiunto tra il 5' ed il 65' della partita contro i lusitani", per sua stessa ammissione a Sky Sport). Un Mertens travolgente trascina il Napoli, che però nel momento paradossalmente migliore inciampa nella doppia sfida contro il Besiktas.

La sconfitta di Fuorigrotta è un fulmine a ciel sereno, che crea una breccia enorme nelle certezze acquisite fino a quel momento. Ad Istanbul, quando tutto sembra proseguire per il meglio, il rigore di Quaresma sembra far piombare nel baratro gli azzurri, che si aggrappano alle spalle fortissime del proprio capitano. E' il sinistro, splendido, di Hamsik, ad equilibrare la sfida nuovamente e a consegnare tra le mani dei napoletani il proprio destino.

Il sinistro vincente di Hamsik alla Vodafone Arena - Foto Repubblica

Non basta, non ancora. La Dinamo Kiev costringe il Napoli a viaggiare verso Lisbona con il groppo ancora in gola, addirittura con il rischio di una clamorosa eliminazione. Gli ucraini, tuttavia, rendono la sfida in terra portoghese utile soltanto a stabilire il primato (battendo il Besiktas in casa), che con merito e personalità premia gli ospiti, capaci con Mertens di archiviare la pratica nella ripresa.

Le statistiche del Napoli - E' proprio il furetto belga, con Milik, il protagonista della cavalcata europea degli azzurri: quattro i gol messi a segno dal fiammingo, seguito immediatamente alle spalle dal centravanti polacco, che in due apparizioni ha timbrato il cartellino tre volte (due all'esordio, a Kiev, una contro il Benfica). Segue, con due realizzazioni, Hamsik, mentre Callejon e Gabbiadini portano in dote negli ottavi una marcatura a testa.