Il 2017 del Napoli ripartirà dal campionato, ma ovviamente il pensiero non può che essere già in parte rivolto all'ottavo di finale di Champions League contro il Real Madrid di Zidane e Ronaldo. Una sfida affascinante, contro uno dei giganti del calcio europeo, in grado di offrire stimoli immensi e voglia di fare bene oltre ogni possibile pronostico della vigilia.

La pensa così anche Aurelio De Laurentiis, intervenuto su questo argomento ai microfoni di Sky Sport: "Dopo 30 anni, è la partita delle partite. Non sono riuscito ad averla come squadra ospite, invece il Barcellona l’abbiamo avuto come rivale in amichevole. Il Real ha un fatturato quattro volte al nostro, l’importante è fare un bel gioco. I calciatori dovranno dimostrare di avere personalità, senza subire l’autorevolezza di una squadra che ne esprime anche di facciata. Basti pensare che un calciatore come Ronaldo, anche da infortunato, è riuscito a superare il suo allenatore e permettere al Portogallo di vincere l’Europeo. Non è una cosa da sottovalutare, serve una tenuta psicologica. Al San Paolo sarà stracolmo, ci sarà record di presenze. Sarà bello vedere Davide come sfiderà Golia. Ci saranno tifosissimi a Fuorigrotta e anche i tifosi che vengono allo stadio ogni 30 anni."

Se il divario con il Real potrebbe essere facile da ammettere sotto alcuni punti di vista, quello con la Juventus, secondo il presidente del Napoli è circostanziato: "Gap con la Juve? C’è solo sul profilo societario, loro hanno una storia immensa perché è immensa la storia della loro famiglia. Sono stati i re d’Italia. Agnelli è stato il re, la Juve è una goccia dell’oceano della famiglia Agnelli. Di cosa parliamo? Dal punto di vista economico, non ce n’è per il Real, Barcellona, Bayern, City, United, per i cinesi. È il top del top, ma la loro forza non la vedo. La vedo solo nella continuità. Nel momento in cui il Napoli, che ha molti stranieri e pochi italiani, farà capire cosa vuol dire Napoli, possiamo fare davvero bene. Napoli è una filosofia di vita. Mertens è un ragazzo che ha la faccia di scugnizzo, forse anche più di Insigne. Diciamo che Mertens è uno scugnizzo spensierato, Insigne è uno scugnizzo pensieroso."