Passano allenatori e grandi giocatori, ma una delle certezze del Napoli, se non la principale, del Napoli dell'era De Laurentiis è il capitano Marek Hamsik. Da dieci anni in maglia azzurra e oggi con al braccio quella fascia che è stata anche di un certo Diego Armando Maradona. E contro l'Udinese sono arrivo le 500 partite da professionista.

Un traguardo sicuramente importante come commenta lo stesso Hamsik al Corriere dello Sport: "Sono stupito, per cominciare, perché mi era sfuggito il dato. Io un po’ mi seguo, però questo non l’avevo calcolato. Invecchio, lo so bene, ma mi sento ancora un ragazzino, però cinquecento lascia una bella sensazione, vuol dire che non mi sono risparmiato, che ho ottenuto fiducia." Quella fiducia che a Napoli non gli manca: "Non avrei creduto di legarmi in maniera così netta al Napoli. E invece, studiai la storia del club, subito, e mi piacque; il resto lo ha fatto De Laurentiis, con il quale ho un rapporto straordinario, denso di affetto; e questa città nella quale non mi è negato niente. Credo sia chiaro che in Italia non ci sarà una squadra per me che non sia il Napoli, ma credo anche che esistano i margini affinché io chiuda qua la mia carriera. E’ una possibilità seria che ciò accada, io sono stracontento di stare qua."

Marek Hamsik, calcionapoli1926.it

Certo vincere con gli azzurri qualcosa di veramente importante avrebbe tutto un altro gusto: "Impossibile scegliere fra Italia ed Europa, perché c’è un valore forte in entrambi i titoli. Però la Champions vuol dire, in pratica, essere i più forti al Mondo. Darebbe una statura internazionale da far girare la testa. E’ bello pensarci, ma la vedo irrealizzabile. Non credo che il Napoli possa essere ritenuto forte a quei livelli, in finale di Champions League ci arrivano i colossi." In Serie A, invece, Hamsik dice che questo Napoli se la pu giocare con la Juventus: "Ritengo questo Napoli una gran squadra, capace di un gioco meraviglioso del quale si è grati a Sarri, e dunque in grado di giocarsela ancora con la Juventus. Ci basta un filotto di vittorie, tre o quattro consecutive, per riavvicinarci e fare avvertire la nostra presenza. Abbiamo i mezzi per riuscirci, in quest’ultimo periodo non siamo stati assistiti dalla sorte e quando non vinci nasce il pessimismo. Io invece sono ottimista o forse reali sta perché conosco il valore dei miei compagni. Se dovessi vincere lo scudetto con la maglia del Napoli, potrei smettere il giorno dopo."