"Per me è stato davvero un sogno, pochi avrebbero creduto che potessi raggiungere questo livello. Credo sia la ricompensa per il lavoro svolto, ho dovuto combattere tanto e voglio progredire ancora giorno dopo giorno. Sono un perfezionista. Ho avuto una carriera insolita rispetto a quelli che ha attraversato tutta la trafila delle giovanili. Questo è ciò che mi ha reso più forte".
Ha parlato così, ai microfoni di France Football, Kalidou Koulibaly. Il difensore franco-senegalese si è raccontato ai microfoni dello stesso quotidiano che qualche mese fa aveva fatto vacillare la sua permanenza all'ombra del Vesuvio. Il centrale del Napoli da allora ha messo tutto alle spalle e, dopo un'estate condizionata dalle voci di cessione, adesso l'ex Genk pensa solo ed esclusivamente a far bene con la maglia azzurra. Nel corso dell'intervista Koulibaly ha ripercorso i passaggi della sua carriera, parlando così del suo arrivo in Campania.
"La mia fortuna è stata che quando sono arrivato, c’erano i Mondiali. Le stelle non erano lì, ad eccezione di Callejon e Hamsik. Così ho potuto conoscere facilmente gli altri giocatori. Poteva essere per me complicato confrontarmi subito con i giocatori più importanti, ho avuto la possibilità di vincere pian piano la timidezza in campo e fuori. E poi ho avuto la possibilità di imparare l'italiano a scuola, così ho appreso alcuni principi fondamentali che mi hanno subito migliorato. Perché nello spogliatoio tutti gli stranieri parlano italiano. Su Napoli, che dire. Io amo questa città! É bella. C'è il sole, il mare. I napoletani sono davvero accoglienti. Mi sento molto, molto bene qui".
Successivamente anche un passaggio riguardo la piazza e la presenza del Presidente De Laurentiis: "Qui, si respira calcio. Il presidente De Laurentiis è la prova. Ama profondamente il suo club. Questo è un presidente atipico, ma dà tutto per farci progredire, è un uomo buono. Come lui, qui, tutti sono pazzi Napoli! In città firmiamo solo autografi e scattiamo foto (ride,ndr). Ovunque andiamo. Inoltre, penso che la mia famiglia conosce la città meglio di me, perché ci sono alcuni punti che non posso andare: ci sono così tante persone che si rivolgono a noi che diventa difficile camminare! Questo non mi preoccupa. Mi piace giocare sotto pressione, il calcio è fatto di questo giusto? È la sua essenza. Sono una persona che ama l'adrenalina, quindi non mi disturba! Sotto pressione ho giocato le miei migliori partite".
Il suo arrivo a Napoli è stato fortemente voluto da Rafa Benitez. Ecco cosa ricorda il centrale di quei giorni: "Gli ho appeso due o tre volte in faccia. Non ci potevo credere, ho pensato che fosse un amico che mi ha faceva uno scherzo telefonico. Penso che ogni allenatore, da Yvon Pouliquen, Dominique Bijotat o Mario Been abbia avuto un ruolo nella mia carriera. Benitez mi ha vuluto fortemente, sarei dovuto arrivare in inverno ma era saltato. In estate mi ha rivoluto ed è tornato alla carica".
Infine, una battuta anche riguardo i complimenti di Diego Armando Maradona: "Quando uno come Maradona parla di te in quel modo, è davvero, davvero incredibile e ti rende orgoglioso. Ha anche chiesto la mia maglia, sono rimasto scioccato! Mi ha anche mandato una foto per ringraziarlo, ero in Paradiso. Questo dimostra che tutto è possibile nella vita! Ora non vedo l'ora di incontrarlo!".