Lo stakanovista dell'attacco del Napoli si racconta. Josè Callejon ai microfoni di Onda Cero, radio spagnola, parla del trasferimento nella città che da oramai quattro anni l'ha adottato idolatrandolo giorno dopo giorno, apprezzando le sue qualità ed il suo spirito di sacrificio. L'ala iberica è adesso impegnato con la Nazionale di Lopetegui, ma analizza a distanza la sua esperienza partenopea: "Come va? Non posso lamentarmi, le cose stanno andando bene e spero che continuino così. Lasciare la Spagna è stato difficile, giocare al Real era il mio sogno ma pensai che era il momento di andare per avere più spazio e alla fine è stata la scelta giusta".
Sui motivi per i quali ha lasciato Madrid per Napoli, qualche retroscena: "Ero contento, stavo bene, ma qualsiasi giocatore vuole trovare tanto spazio. A prescindere dalla scelta di Mou avevo già deciso di andar via, sapevo che sarebbe arrivato Ancelotti ma non ho mai parlato con lui. La decisione era già stata presa. Perché proprio il Napoli? Ero in vacanza, mi mandò un messaggio Rafa Benitez e mi chiese se mi piacesse l’idea di seguirlo in azzurro, era un grande progetto ed ho detto subito sì. E' stata la scelta giusta".
Una svolta nella carriera di Josè, che guarda così al cambiamento tattico e ambientale: "Il gioco è più tattico, le squadre sono ordinate ma sono migliorato tanto da questo punto di vista. Sono in una fase di grande maturità e mi sento un giocatore più forte". Un passaggio anche su Higuain: "Prima che lasciasse il Napoli andava tutto bene, poi lui ha scelto la Juve e questo ovviamente i tifosi non hanno potuto accettarlo. I napoletani sono legati ai calciatori onesti e nobili con la maglia azzurra". Da Higuain a Reina: "Sono sempre al fianco di Pepe Reina, siamo inseparabili. Da quando sono arrivato mi sono messo vicino a lui e non mi sono più mosso. E' il capo!".
Infine, si parla di Nazionale, con Callejon che spera di scendere in campo nelle prossime gare: "Se sono qui è perché sto lavorando bene, sono a disposizione del mister. Inghilterra o Granada? Wembley è Wembley, ma Granada è nella mia terra, è casa mia… Il gruppo? C'è gente giovane e allegra che ha voglia di lavorare".