Il calcio è uno sport (ammesso che lo sia) strano, che non si può spiegare attaverso principi, algoritmi o spiegazioni che vanno a braccetto con la fisica. Torniamo a sessanta giorni fa: è il 7 settembre 2016 ed il Pescara sta preparando la sfida con l'Inter circondato dal calore dei tifosi che sognano qualcosa di più della salvezza dopo le prime due giornate più che incoraggianti contro Napoli e Sassuolo. Quattro giorni dopo il Pescara perde con l'Inter in una maniera clamorosa ma regala, forse, la migliore prestazione di questo campionato ed i tifosi sognano più di prima. Riavvolgiamo il nastro e fermiamolo al 7 novembre 2016, esattamente due mesi dopo: il Pescara perde in malo modo con l'Empoli in casa e si trova terz'ultimo senza vittorie e circondato da un affetto che si è trasformato in rabbia. In due mesi è cambiato tutto, come se nulla fosse il cielo sopra l'Adriatico è diventato cosi cupo da non lasciare intravedere il cielo sereno all'orizzonte. Ma vediamo il perchè di questa debacle clamorosa degli Abruzzesi.
Massimo Oddo non recupera Bahebeck e si affida ancora a Manaj mentre a centrocampo le chiavi della manovra vengono affidate ad Aquilani. Il primo tempo è uno dei più strani visti fin qui nel corso di questo campionato: il Pescara attacca a spron battuto ma alla prima occasione l'Empoli riesce ad andare in vantaggio grazie ad un contropiede fatto di tre passaggi e una diagonale sbagliata di Zampano. La sfortuna per gli Abruzzesi continua perchè la traversa dice no a Caprari ed Orsato non vede un fallo di mano clamoroso di Costa mentre pochi minuti dopo Pasqual salva sulla linea. Se l'attacco funziona discretamente non si può dire certo la stessa cosa della difesa visto che Zampano (peggiore in campo) regala un assist a Maccarone che trova Pucciarelli il quale sigla il raddoppio. Finita qui? Macchè: la difesa Abruzzese decide di completare il suo primo tempo Horror concedendo a Maccarone un'autostrada per imbucare ancora Bizzarri e chiudere il primo tempo sotto di tre gol dopo aver tirato il doppio degli ospiti.
La ripresa è più un allenamento per entrambe le squadre con Oddo che inserisce Pepe, Pettinari e Biraghi per Aquilani, Manaj e Benali. La Dea bendata non è dalla parte dei biancazzurri nemmeno quando Verre spara in bocca a Skorupski e nemmeno quando la traversa dice no ad un Pettinari propositivo anche se la Serie A è un'altra cosa ma non è colpa sua, stesso discorso per Manaj. La difesa decide di chiudere la sua giornata prima regalando l'opportunità del poker a Krunic e poi concedendolo a Saponara che non sbaglia e porta a quattro le reti dei suoi, il doppio di quelle messe a segno nel corso di questa stagione.
Nel finale di partita il parapiglia con Skorupski è solo un modo per sfogare la rabbia accumulata nel corso della partita e, i fischi assordanti, fanno da cornice ad una partita strana da parte del Pescara che oggi più che mai ha bisogno di una punta di categoria e qualche accorgimento tattico in difesa perchè, se la prestazione con il Milan aveva fatto sperare, quella di ieri è stata una mazzata che solo la sosta può far dimenticare. Dopo ci saranno le trasferte di Torino con la Juve e Roma contro i giallorossi e in questi match bisogna cercare di ripartire dalla prestazione giocandosela poi negli scontri diretti che fino ad ora hanno visto il Delfino annegare nel mare degli errori.