Il 21 Settembre l'Atalanta perde in casa con il Palermo per 1-0 e per Gasperini l'esonero è ad un passo. Il presidente Percassi gli concede una settimana per fargli cambiare idea e da lì cambia tutto: vittoria con il Crotone a Pescara 3-1 e poi la partita della svolta con il Napoli: Gasperini inserisce Caldara, Gagliardini, Petagna e Kurtic dietro la punta: la squadra cambia registro. I bergamaschi battono con merito i partenopei e da lì in poi sconfiggono Inter, Pescara e Genoa pareggiando 0-0 a Firenze.

La scelta del cambio, tattico e di formazione, alla vigilia della partita con il Napoli ha creato parecchie preoccupazione negli ambienti bergamaschi, con il tecnico che ricorda così quelle ore ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Il sabato ho detto la formazione al presidente, che si è agitato al punto da non dormire. Ma io ero sereno: li avevo visti in allenamento". L'allenatore piemontese è diventato così un esempio di allenatore che si fida dei giovani: "Ma certo. Non conta la carta d’identità, ma il campo: se corri, se giochi bene, se hai buona tecnica, non c’è motivo di aspettare. E spesso gli allenatori sbagliano. Anche se poi è giusto ricordare che sono loro a rischiare il posto".

L'ex allenatore del Genoa dà anche un parere sulla nuova squadra allenata dal suo allievo Ivan Juric: "Ci conosciamo talmente bene che temevo molto la partita, anche perché al Genoa avevo visto fare grandi gare ad alta intensità". Gasp spiega inoltre come è riuscito a dare ampiezza e profondità alla squadra: "Trovando pian piano le soluzioni giuste. Ho perso un po’ di tempo all’inizio per provare a giocare con D’Alessandro, Gomez e la punta centrale. Poi ho inserito Kurtic che mi dà gli equilibri giusti. E siamo cresciuti. Si dice sempre che vince la miglior difesa, ma i gol bisogna farli e di questo mi sono preoccupato"

Gasperini è anche uno dei tanti ex allenatori dell'Inter esonerati nell'era post Mourinho e dice la sua riguardo il successore di De Boer: "L’Inter può essere un’ottima squadra. Il nuovo allenatore avrà una bella opportunità perché parte dal basso con una rosa forte. Quindi è destinato a fare bene".

Infine Gasperson (soprannome datogli ai tempi del Genoa) pensa però a placare gli animi eccitati dei tifosi della Dea che già sognano l'Europa, mentre per lui la cosa più importante è il lavoro nel settore giovanile: "E’ un momento bellissimo, ma sarà difficile difendere questa posizione. Per arrivare in Europa bisogna sperare che alcuni grandi club falliscano la stagione. L’Atalanta deve pensare a crescere di fascia. Si può perché la società è seria, le strutture ottime, il pubblico passionale e nel settore giovanile ho già visto ragazzi interessanti. Il progetto è chiaro e poggia sui giovani del vivaio: un’identificazione molto forte sul territorio. Un’Atalanta sullo stile dell’Athletic Bilbao, magari senza arrivare a quegli eccessi: perché se c’è un ragazzo bravo che non parla il dialetto bergamasco io lo prendo volentieri eh...".