Due sconfitte nelle ultime tre parite. Sette punti in dieci giornate ed una sola vittoria, quella con il Sassuolo a tavolino. Il Pescara non sta attraversando certo un buon momento e, dopo la sconfitta di ieri contro l'Atalanta, la squadra ha raccolto anche i primi fischi del pubblico. Le cause sono sempre le solite, ossia la mancanza dell'attaccante e lo sterile possesso palla privo di verticalizzazioni, ma andiamo a vedere nel dettaglio il perchè della sconfitta di ieri.
A cominciare dal modulo, Oddo conferma ancora il 4-1-4-1, con Zampano a centrocampo ed il ritrovato Manaj in attacco. In difesa Fornasier al posto di Coda, mentre Crescenzi si posiziona sulla fascia destra. Nei primi minuti gli errori la fanno da padrone in un Pescara sfilacciato e nullo in attacco, con il centravanti Albanese che lotta ma rimane troppo isolato. L'Atalanta tiene bene il campo ed impedisce di pensare e agire ai due cervelli del centrocampo Pescarese: Brugman e Aquilani. La scossa di terremoto alla mezz'ora ed il diluvio susseguente scuotono in maniera negativa il Pescara che rischia di andar sotto, ma la traversa dice no a Caldara ed il primo tempo scivola via nel silenzio surreale dello Stadio Adriatico
Nella ripresa ci si aspetta un altro Pescara ma lo sterile possesso palla non da i suoi frutti ( anche a causa della troppa distanza tra i reparti), anzi, al 60' l'Atalanta passa con un colpo di testa di Caldara su azione d'angolo. Nemmeno gli ingressi di Cristante, Pepe e Mitrita riescono a cambiare faccia al Pescara più brutto della stagione, incapace di impensierire Berisha nell'arco dei novantaquattro minuti. Al tramonto, i fischi fanno da colonna sonora alla seconda sconfitta consecutiva dei biancazzurri. La società a Gennaio dovrà intervenire sul mercato per regalare una punta di spessore ad Oddo, perchè cosi la questione salvezza appare davvero complicata.