Momento difficile in casa Napoli, con le due sconfitte contro Atalanta e Roma che pendono sulla testa di Sarri e della squadra. Tanti i temi da affrontare in conferenza stampa alla vigilia della sfida - importantissima per il prosieguo della stagione dei partenopei - che il tecnico toscano ha analizzato con la solita calma e lucidità. La stessa lucidità che Sarri chiede alla sua squadra, attesa ad una prova di maturità domani sera contro il Besiktas. Gara che potrebbe significare inoltre qualificazione e una buona fetta di primato.
"Un Napoli che abbia entusiasmo, lucidità, che giochi con applicazione e determinazione, senza errori tattici ed individuali. Ne abbiamo bisogno perchè il Besiktas è capace di restare sempre dentro la partita, non perde mai. La formazione? Non so, ieri c'erano diversi giocatori affaticati, acciaccati dopo la Roma, dovrò valutare".
Dalla formazione all'aspetto legato alle motivazioni che la Champions fornisce anche inconsciamente. Le stesse che probabilmente hanno tolto qualcosa dal punto di vista psicologico in campionato: "Si trovano grandi motivazioni in Europa, e può capitare un appagamento n campionato. Non credo che in Europa ci siano squadre sprovvedute che non studiano il Napoli. E' un discorso di motivazioni, una problematica da affrontare. Penso valga per tutti, poi ci sono squadre che hanno giocatori più esperti che assorbono meglio. Noi avevamo 6-7 giocatori esordienti, ma è una manifestazione importante, toglie molto e credo tolga molto a tutti".
Nonostante il momento negativo di risultati, tuttavia, il tecnico difende la squadra e la fiducia che ha nei suoi giocatori: "Fiducia totale, può succedere un momento così, stiamo lavorando sui nostri errori e siamo fiduciosi. Non ci creiamo grandi problemi, domani dobbiamo tenere la testa libera e fiducia nei nostri mezzi. Nello sport basta calare del 2% e qualcuno ti supera, non è un dramma, non ci consideravamo fenomeni 15 giorni fa e non ci consideriamo scarsi ora. Nel calcio è difficile però tenere un equilibrio".
Fiducia, che ovviamente, riguarda anche Gabbiadini, al centro delle polemiche di questo periodo: "Manolo non si deve adattare a me, ma a questa squadra che ha un modo di giocare che io non ho imposto, ma ho accompagnato per le caratteristiche che hanno esterni e centrocampisti. Nessuno vuole andare contro le caratteristiche di un giocatore, ma nessun tecnico per un giocatore ne sacrifica 7-8. Spostarsi di qualche metro non significa passare dal 100% del rendimento al 50%".
Uno sguardo non solo in casa azzurra, ma anche a quello di buono che ha fatto il Besiktas sia a Lisbona contro il Benfica che in casa contro la Dinamo Kiev: "Loro sono rimasti sempre in partita anche sul campo del Benfica, con la Dinamo Kiev meritavano anche qualcosa in più. E' una squadra solida mentalmente e difficile da affrontare".
Infine, una battuta anche a coloro i quali chiedono un cambio di modulo per ritrovare imprevedibilità e risultati: "Un mio allenatore diceva che chi parla di moduli non sa di calcio. Abbiamo giocato già con Marek tra le linee, poi con gli attaccanti stretti tra le linee. Forse abbiamo cambiato anche troppo, facendo perdere delle certezze alla squadra. Le voci su Rog e Diawara? Non mi danno fastidio, perchè non le sento. Chi non vede un allenamento vuole darmi un consiglio? Posso valutare solo io. Mi lasciano indifferenti le critiche. Dybala, che era già in Italia, a Torino fino a novembre non giocò, qui se Rog che viene da un altro mondo non è pronto in 20 giorni è un problema. Che li ascolto a fare?".