Sei gol subiti in duecento minuti: questo il bottino di reti subite dagli azzurri nelle ultime due gare e mezze. Troppe per una squadra che fino a poco tempo fa non aveva di questi problemi; troppe per un allenatore che fa della fase difensiva e della solidità di squadra un credo ed un grido di battaglia; troppe, soprattutto, per una squadra ambiziosa e che punta al massimo come il Napoli. Dal 4-0 contro il Benfica qualcosa è successo: un rilassamento mentale, chiaro, contro i portoghesi. Fisiologico staccare la spina, anche se a qualcuno - Sarri, appunto - quell'atteggiamento sarà suonato come un campanello d'allarme che nelle settimane successive ha dato conferma di quel sentore negativo nell'aria.
L'uno a zero di Bergamo, unito al tre a uno subito contro la Roma, mette il reparto spalle al muro, sul banco degli imputati come e più degli altri, soltanto in parte sottolineato a dovere in quanto è l'attacco - come al solito - che catalizza tutte le attenzioni con il vice-Milik ed il caso Gabbiadini. Tuttavia, i mali del periodo no del Napoli sono da ascrivere anche, se non soprattutto, alla carente attenzione nella fase di non possesso, non intesa soltanto per i quattro difensori davanti a Reina, bensì anche ai tre mediani che dovrebbero far scudo e protezione alla retroguardia. Per finire, inoltre, agli attaccanti ai quali Sarri consegna le chiavi della pressione primaria.
Se contro il Benfica i due gol subiti erano stati mandati in archivio come errori frutto della sindrome da pancia piena dopo il poker rifilato ai lusitani, il gol di Petagna a Bergamo poteva - ed in parte lo è stato realmente - essere giustificato con una dose di malasorte. Ed il terzetto subito dalla Roma? L'errore di concentrazione ed eccesso di fiducia di Koulibaly? La mancata copertura di Hysaj sul secondo palo su calcio da fermo? La linea difensiva scomposta sul contropiede di Salah? Tutti errori che, se non conoscessimo Sarri ed il suo meticoloso lavoro, sarebbero da imputare a qualcosa di strutturale, e non - si spera in casa Napoli - di occasionale. Tuttavia, se errare è umano, perseverare è diabolico ed i partenopei non possono più scherzare con il fuoco a partire da mercoledì.
Al San Paolo arriverà un Besiktats affamato di punti, con i napoletani pronti ad approfittarne per ottenere tre punti che possono risultare decisivi per la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta e mettere una seria ipoteca anche sul primo posto. Motivo per il quale la lente di ingrandimento sarà puntata sulla difesa: non prendere gol è il punto di partenza per iniziare a sigillare la qualificazione, con il San Paolo che potrebbe fare il resto galvanizzando come al solito gli uomini d'attacco. Serata di Gala alla quale Sarri potrebbe far partecipare qualcuno che - qualora Albiol non dovesse recuperare - potrebbe mettere al servizio della sua difesa quell'esperienza e attenzione che è mancata in queste uscite: Vlad Chiriches - fin troppo sottovalutato - è una pedina importantissima nello scacchiere e nel turnover di Sarri, che domani avrà a disposizione il rumeno dopo l'infortunio di inizio stagione.
Con Koulibaly e - presumibilmente - con Ghoulam ed Hysaj sugli esterni, il capitano della Romania formerà il quartetto a protezione di Reina, con la speranza che anche il centrocampo torni a fare filtro e muro come qualche tempo fa. In attesa della prova del nove, Sarri oggi e domani farà le prove generali per fermare i turchi, obiettivo dichiarato per puntare a chiudere il prima possibile il discorso ottavi di finale.