Anche nelle giornate di buio più pesto, quando tutto sembrava girare storto e non per il verso migliore, il Napoli di Maurizio Sarri si è sempre affidato ad una certezza: il suo attacco. Prolifico praticamente sempre, florido di idee ed occasioni da rete che fioccavano all'interno di una partita stessa, asfittico e sciapo quasi mai. Alle prese con questa nuova sensazione da oramai due partite - il Napoli tra Bergamo e la sfida contro la Roma ha tirato raramente verso la porta degli avversari - Sarri è costretto a girarsi i pollici e vagliare soluzioni alternative alla mancanza di quel centravanti che apre gli spazi ad inserimenti e facilita il crearsi degli uno contro uno sugli esterni.

Insomma, il motore dell'attacco dei partenopei, si è clamorosamente inceppato a causa di una mancanza tattica e fisiologica che, ad oggi, sebbene siano passati soltanto novanta minuti in assenza di Milik, sembra un problema molto ingombrante. Tutt'altro che di facile risoluzione il rebus, perché porta in grembo tante conseguenze - mentali quanto tattiche - che potrebbero condizionare e non poco il prosieguo della stagione. In vista dell'importantissima gara contro il Besiktas - vincere significa mettere una pietra tombale sulla qualificazione e pensare per un paio di mesi prettamente a non perdere punti in campionato - Sarri è alle prese con il caso Gabbiadini: farlo giocare, nonostante la scarsa adattabilità al suo sistema, oppure relegarlo in panchina dando adito a critiche, polemiche e contribuire - in fin dei conti - alla definitiva bocciatura sul suo conto? 

Già, caso spinoso alquanto. Se Mertens in mezz'ora ha dato molta più vitalità al Napoli rispetto al bergamasco - al di là della scarsa attitudine di Manolo agli schemi sarriani - c'è di fondo un problema mentale, di atteggiamento, di fiducia - scarsa - della squadra verso di lui, e dello stesso attaccante di Calcinate che per indole e carattere difficilmente è un cuor di leone, bensì preferisce stare sulle sue, introverso quale è. Un'eventuale esclusione di Gabbiadini contro il Besiktas vorrebbe dire accantonarlo e precludersi - probabilmente - l'unica arma a disposizione, lì davanti, per i prossimi mesi, anche se il tecnico toscano ex Empoli è ben consapevole delle sue potenzialità e della sua importanza in un momento cruciale del genere. 

All'anti vigilia di una sfida così delicata, che arriva nel primo momento cupo della stagione dei napoletani, Sarri è chiamato a fare una scelta di testa, prima ancora che tattica o altro: far sentire la fiducia al suo attaccante è necessità primaria, nella speranza che un episodio o un gol possa quantomeno alleviare le sue mancanze tattiche da centravanti. Motivo per il quale contro i turchi non dovrebbero esserci particolari sorprese nel tridente d'attacco, che potrà e dovrà contare ancora sull'ex Sampdoria. Accanto a lui chiaramente Callejon, con Mertens favorito su Insigne per una maglia da titolare sulla sinistra. Fare di necessità una virtù in questo momento è aspetto prioritario per il Napoli, che non può permettersi ulteriori passi falsi e deve ipotecare la qualificazione alla fase successiva di Champions League.