"Nascere, crescere, correre". Parafrasando un celebre spot pubblicitario, potrebbe essere questo lo slogan che meglio descrive Davide Di Gennaro, centrocampista imprescindibile per il Cagliari di Rastelli. Un atleta educato tatticamente ma nel contempo sempre presente in ogni azione rossoblu, primo step in fase di costruzione ma ugualmente puntuale anche in quella di rottura, come confermano i trentacinque palloni rubati fino ad ora in campionato, meglio anche della bella sorpresa difensiva Bruno Alves, fermo a trentaquattro. Eppure, considerando il ruolo ormai fisso del numero 8, il verbo all'infinito correre non sembrerebbe particolarmente calzante.
Perché in effetti da mediano, regista nello specifico, le occasioni per correre sono davvero poche. Mediano, appunto, posizione del campo accettata da Di Gennaro qualche anno fa e dimostratasi nel giro di pochissime partite felice intuizione del tecnico dei sardi Rastelli. Formatosi originariamente come trequartista nella fucina di talenti del Milan, il numero 8 cagliaritano si è messo in luce, agli esordi della carriera, con le maglie di Bologna e Reggina, esplodendo definitivamente a Modena. Dopo aver vestito la casacca canarina, Davide è diventato una presenza costante del nostro calcio, calcando regolarmente i campi di Serie B con Spezia (che nel 2012 se ne assicura dal Milan le prestazioni a titolo definitivo), Palermo e Vicenza.
Il 9 luglio 2015, la grande chance. Il numero 8, infatti, passa dal Palermo detentore del cartellino al Cagliari, trasformandosi ben presto e grazie a Rastelli nel mediano che tutti abbiamo ammirato. Prima dell'esperienza isolana, infatti, Di Gennaro aveva giocato da regista poche gare, solo sei, convincendo a metà. Con Rastelli, però, tutto cambia: il centrocampista di scuola Milan, infatti, si trasforma, partecipando di più alla manovra e toccando un numero più importante di palloni, diventando di fatto il miglior "regista arretrato" della stagione. Calcando i campi della massima lega italiana il discorso non è cambiato, tutto invariato fino al 1 ottobre, quando la frattura del perone di Joao Pedro ha costretto Rastelli ad un cambio immediato: conferma di Tachtsidis in cabina di regia e rilancio di Di Gennaro come trequartista.
Momento cruciale, per il talento scuola Milan, che aveva silenziosamente accettato la panchina nelle gare contro Sampdoria e Atalanta, osservando nel suo "vecchio-nuovo ruolo" proprio il più navigato Tachtsidis. Poco male, comunque: contro il Crotone, infatti, tornare nella zona alta del campo non è stato un problema per Di Gennaro, autore di una gara sublime coronata da un bellissimo gol, un mancino dalla distanza sganciato dopo aver dialogato perfettamente, vedi un po' i casi della vita, con Tachtsidis. Insomma, una bella favola per il centrocampista numero 8, finalmente a suo agio nel nostro massimo campionato, doveroso tributo a un calciatore sempre silenzioso e mai sopra le righe. E chissà cosa sarebbe successo se in quel 2012 lo Spezia non ne avesse prelevato le prestazioni, con il Milan deciso a scommettere un po' in più su di lui...