E' stata una vittoria di fondamentale importanza quella ottenuta ieri sera dal Napoli, su un campo difficile che non aveva detto bene agli azzurri nell'ultima apparizione, la semifinale di ritorno dell'Europa League 2014-2015 persa contro gli ucraini del Dnipro. La Dinamo Kiev, così come ampiamente pronosticato alla vigilia e ribadito dal suo stesso allenatore, Rebrov, compagno storico di Andriy Shevchenko in nazionale e alla stessa Dinamo, ha cercato di impostare la partita soprattutto dal punto di vista della fisicità, con marcature aggressive ed asfissianti, cercando di sfruttare il mese abbondante di preparazione in più nella gambe dei suoi uomini.
La prima occasione del match è stata costruita dai padroni di casa proprio su questo spartito, con i tre centrocampisti della Dinamo alti in pressione ed un Moraes molto basso a presidiare l'area di competenza di Jorginho spesso e volentieri durante gli ottanta minuti nei quali è rimasto in campo. Nella situazione proposta in figura, gli ucraini dopo appena un minuto di gioco ingabbiano il Napoli in una situazione di sei contro tre, Albiol sbaglia il passaggio per Hamsik, Sydorchuk recupera la sfera e sfodera un grandissimo tiro dai 50 metri, trovando però l'attenta risposta di Pepe Reina.
Il Napoli però non si è perso d'animo ed ha cominciato a sviluppare il suo gioco, seppur a sprazzi, per i primi 15 minuti con buona fluidità. Al ventiseiesimo minuto, però, Yarmolenko dalla sinistra pennella un cross sul secondo palo dove si fa trovare pronto il giovanissimo (classe '97) Tsygankov, che rimette di testa la palla al centro per Garmash che in girata buca l'incolpevole Reina. Colpe che in tale situazione, come si può ben vedere, ricadono principalmente su Hysai, che lascia un paio di metri di troppo di libertà al suo diretto avversario. Sotto la sufficienza l'inizio di stagione del terzino albanese del Napoli, che appare ancora in leggero ritardo di condizione. Non c'è comunque da disperarsi, considerato che anche lo scorso anno l'ex-Empoli era partito in sordina (a dire il vero giocando le prime due partita a sinistra) per poi prendersi a pieno merito i galloni da titolare per tutto il prosieguo della stagione. Errorino anche di Albiol, che non capisce subito le intenzioni del giovane ucraino e chiude con un attimo di ritardo su Garmash.
La Dinamo dopo il gol ha alzato ulteriormente il livello del pressing, complice anche qualche errorino gratuito di troppo in fase di impostazione degli azzurri e nei dieci minuti successivi ha messo in mostra tutte le sue migliori qualità: aggressività, linee molto corte, difesa alta ed esterni pronti a scappare subito in contropiede. Al trentaseiesimo minuto, però, Ghoulam, Milik, Shovkovskiy e Vida danno una svolta alla partita.
L'algerino, il migliore del Napoli insieme a Milik, sgroppa sulla sinistra e fa partire un cross profondo sul quale Shovkovskiy, dall'alto dei suoi 41 anni compiuti a Gennaio, fa esattamente quello che un portiere non dovrebbe mai fare, rimanendo nella famosa "terra di nessuno" e perdendo completamente di vista il pallone, come si può ben vedere dalla posizione della testa del portiere ucraino nell'immagine successiva. Neanche Vida fa una bellissima figura nella circostanza, perdendo il contatto visivo e fisico con Milik troppo presto nell'azione, probabilmente il primo insegnamento ad un difensore centrale in una scuola calcio. Per Milik, quindi, è facile insaccare il pallone nella porta della Dinamo, facendosi perdonare qualche errore di troppo nell'aggancio del pallone e nella visione di gioco (ad oggi, assieme all'utilizzo del piede destro, i suoi più grandi difetti).
Dall'istante successivo al gol del pareggio il Napoli ha ritrovato energia e soprattutto la lucidità mentale che era mancata in diverse situazioni nei primi trenta minuti. Mertens, sino a quel momento fumoso, accende la luce per dieci minuti e fa molto male alla retroguardia della Dinamo. Prima, al quarantesimo minuto, dopo un buon lavoro in pressione di Hamsik e Milik (che questo lavoro sporco lo fa molto bene) si beve con un tunnel Makarenko e calcia a lato da posizione favorevolissima scegliendo di non servire l'accorrente Callejon.
Cinque minuti più tardi mette però lo zampino nel gol che porta in vantaggio il Napoli e che risulterà essere decisivo ai fini del risultato. In questa occasione il Napoli recupera palla a centrocampo ed Hamsik, leggermente sottotono dal punto di vista fisico e sostituito da Sarri al sessantesimo con Zielinski, fa la cosa migliore della sua partita servendo a destra il solito Callejon, con Milik che si va a posizionare lestamente in area. Dai piedi dello spagnolo parte un cross sul quale si avventa Mertens che sovrasta Makarenko, il quale si lascia prendere il tempo troppo facilmente. Il colpo di testa del belga viene salvato sulla linea da Khacheridi, che rimette però la palla sulla testa di Milik che, come contro il Milan, non fallisce il tap-in vincente. Anche in questa occasione Vida non è esente da colpe e commette l'errore di disinteressarsi di Milik guardando solo il pallone.
Se nel secondo tempo ci si aspetta una reazione veemente da parte dei padroni di casa, le aspettative vengono sostanzialmente tradite da una Dinamo incapace di cambiare il suo piano partita e di passare da un atteggiamento attendista-aggressivo ad uno propositivo. In tal senso, in maniera molto intelligente, Sarri durante l'intervallo predispone un sistematico raddoppio sull'unico uomo in grado di poter creare qualcosa dal nulla della Dinamo, Yarmolenko. Nelle immagini seguenti si vede come prima Mertens e poi Jorginho (impreciso in alcuni passaggi ma sempre prezioso soprattutto in fase di non possesso, a dispetto di quello che si pensi) aiutino Ghoulam, che a dire il vero fa una partita ottima principalmente da un punto di vista difensivo, nella marcatura del talento ucraino.
Il Napoli però cala bruscamente in intensità e fisicità a partire dal sessantesimo minuto. Una mano agli azzurri la dà Sydorchuk, che si fa ingenuamente espellere dopo un tuffo in area di rigore. Anche in superiorità numerica il Napoli, in debito d'ossigeno e con un po' di braccino a causa dell'importante posta in palio, non riesce ad essere pericoloso, fatta eccezione per un palo di Mertens (colpito ancora in undici contro undici). Nell'azione che si conclude con il montante colpito dal belga si vedono l'importanza di Ghoulam, abile a portare via l'uomo proponendosi in sovrapposizione, ed i limiti di Yarmolenko in fase difensiva, poco cattivo nel chiudere Mertens. Il numero 10 della Dinamo ha un grande potenziale offensivo ed una buona varietà di soluzioni, ma nel calcio moderno la sua incapacità di ripiegare non ne ha consentito la consacrazione internazionale, motivo per il quale a 27 anni resta ancora una promessa (abbastanza) incompiuta.
L'incapacità di gestire la partita del Napoli ha tenuto comunque la Dinamo in partita sino all'ultimo minuto, pur non creando nessuna palla gol degna di nota (salvo forse una punizione di Yarmolenko a due minuti dalla fine, calciata in curva). In particolare la squadra di Sarri, apparsa, come si è detto, molto stanca dopo un'ora di gioco, non è riuscita, in superiorità numerica e con una difesa ucraina molto alta per cercare di recuperare subito il pallone, ad attaccare la profondità con continuità. Dalla successiva immagine, relativa all'ultima situazione di gioco in cui il Napoli è riuscito a verticalizzare con discreta efficacia, si vede come Milik attacchi lo spazio che porta all'area avversaria, mancando di poco l'appuntamento con il pallone servitogli da Ghoulam. L'attenzione in tale circostanza va più che altro rivolta al linguaggio del corpo ed alle posizioni stantie di Allan (stremato) ed Insigne, che assieme ai compagni negli ultimi quindici minuti hanno preferito stazionare nei pressi del centrocampo piuttosto che cercare di offendere.
Alla fine i tre punti sono comunque arrivati e sono preziosissimi nell'economia di un girone che si prospetta molto equilibrato. La partita con la Dinamo presentava numerose insidie ed è importante dare il giusto peso a questa vittoria. La squadra è in crescita, è giovane e sotto la guida di un maestro come Sarri non si può che migliorare ulteriormente, senza porsi obbiettivi troppo grandi, perdonando qualche incidente di percorso che inevitabilmente ci sarà.