Vittoria doveva essere e vittoria è stata, con un primo abbozzo di turnover nelle scelte di Maurizio Sarri nonostante le parole della vigilia sembravano screditare tale eventualità. Il Napoli vince e convince, sciorinando l'oramai solita prestazione offensiva fatta di tantissima mole di gioco e di palle gol a ripetizione, sfruttate soltanto nella ripresa da Hamsik e Callejon. Certo, la trasferta di Palermo non era la più difficile, per situazione ambientale e tecnica dei rosanero, ma imporsi lontano dal San Paolo, con un netto e rotondo punteggio finale, rappresenta per i partenopei il miglior viatico in vista dell'esordio di martedì in Champions League.
Macina gioco il Napoli, che ritrova - nonostante qualche piccola disattenzione - anche una discreta solidità difensiva, da testare e confermare contro avversari decisamente più pungenti dei rosanero. Strenue, nel primo tempo, la resistenza dei siculi, aiutati da un Napoli che approccia sì meglio la gara rispetto a Pescara, ma non riesce ad essere cinico e brillante nello sviluppo della trama. Insigne e Milik ci provano, Ghoulam sfreccia sulla sinistra confermando di essere molto più utile in fase di spinta rispetto a quella difensiva, ma il punteggio non si sblocca, complice l'imprecisione degli ospiti. Sembra solo questione di tempo, ed effettivamente così accade.
L'arma in più - Dove cambia il volto del Napoli in questa stagione è nel valore dei cosiddetti comprimari e Piotr Zielinski si dimostra subito valore aggiunto. Avere un altro Hamsik, sul centro-destra, permette al Napoli di non focalizzarsi ed imbrigliarsi solo ed esclusivamente sulla sinistra con l'asse formato dal terzino algerino, dal capitano slovacco e dall'ossigenato Insigne. Il polacco sale in cattedra ad inizio ripresa, dopo un inizio in sordina, timido. L'ex Empoli inventa l'apertura, di prima, dalla quale scaturisce l'azione del vantaggio partenopeo, fornendo a Ghoulam l'occasione per servire ad Hamsik il pallone della storia. Marek alza la cresta e supera Maradona, anche se il protagonista assoluto della ripresa è sempre il venti: clamorosa, un quarto d'ora dopo, l'accelerazione in stile Napoli-Milan che spacca in due la difesa rosanero, dando il là al tris di Callejon che chiude la gara.
Lo spagnolo, dopo la doppietta al Milan, si conferma in Sicilia, lanciando un messaggio ai detrattori della cooperativa del gol targata Sarri: la giostra non si ferma affatto, anzi, paradossalmente diventa ancor più imprevedibile e pericolosa. Il capitano spiana la strada al successo, l'ala iberica archivia la pratica permettendo con largo anticipo al gruppo di iniziare a guardare alla trasferta di Kiev con maggiore fiducia. La condizione e la fluidità di manovra degli azzurri migliora di giornata in giornata, con Sarri che lentamente inizia a fare le prove generali per il turnover che più in là sarà condizione fondamentale per gestire al meglio energie fisiche e mentali. Tanti ancora i dettagli da limare, ma adesso ciò che importa maggiormente sono i sette punti su nove totali racimolati in classifica, cinque in più rispetto alla falsa partenza della scorsa stagione. Occhi puntati a Kiev, dove il cammino europeo dei partenopei dovrà necessariamente partire con il piede giusto.