Anno nuovo, vita e abitudini nuove, soprattutto per quel che riguarda la panchina del Napoli. E' sensazione strana alquanto, in controtendenza rispetto alle passate stagioni, leggere nomi di chi di volta in volta si siederà alle spalle di Maurizio Sarri pensando che ognuno di quei calciatori avrà poco o nulla da invidiare a chi scenderà in campo. Un'arma in più, e che arma, anche a gara in corso, a disposizione del tecnico partenopeo, che gongola all'idea di poter ruotare la rosa a suo piacimento, a seconda della forma di ogni singolo giocatore, a seconda delle esigenze tecniche e tattiche che ogni sfida presenterà. 

Nessun problema, anzi, un vantaggio non da poco che ha sempre tagliato le gambe al Napoli nel momento clou della stagione. Spetterà a Sarri ora far collimare le velleità e le ambizioni di squadra facendole prevalere rispetto alle ambizioni personali. Niente isterismi, solo carica positiva. L'adrenalina scorre nelle vene di chi guarderà i compagni scendere in campo, con il chiaro intento di giocarsi il posto sempre, ogni settimana, in ogni seduta di allenamento. L'intento è chiaro, quello di competere per una maglia dal primo minuto sarà linfa per innalzare ancor di più il livello degli allenamenti, per portare il livello di attenzione e di agonismo su cime più alte, senza mai eccedere. 

Il compito, fondamentale, delle cosiddette riserve sarà quello di far vacillare anche le certezze di coloro che si sentono sicuri di un posto nell'undici di partenza. Onere che spetterà soprattutto a coloro che hanno portato una ventata di freschezza, di gioventù e di novità all'interno dello spogliatoio azzurro. Se Milik e Zielinski, due pietre miliari del mercato dei partenopei, hanno già dimostrato di essere già parte integrante del sistema sarriano, anche in campo, ora è il momento degli altri cinque innesti, che man mano apporteranno il loro mattoncino alla causa napoletana. Da Maksimovic a Tonelli, fondamentali dopo l'infortunio di Chiriches, passando per la freschezza atletica ed anagrafica di Diawara e Rog, chiudendo con la sapienza tattica e la personalità di Emanuele Giaccherini, colpo fin troppo passato in sordina, ma che in questo Napoli - seppur da attore non protagonista - può fare ancora la differenza come all'Europeo francese. 

Il Napoli c'è. E stavolta non più soltanto negli undici titolarissimi che domenica dopo domenica erano costretti a tirare la carretta ben oltre le proprie possibilità fisiche. Non quest'anno: a lungo andare verrà a galla l'importanza di tutte le pedine, dalla prima all'ultima. Venti giocatori che potranno garantire gamba e qualità, dinamismo e duttilità, tenacia e grinta. Insomma, tante caratteristiche che rendono meno duro il cammino da affrontare. Sarri riflette sul da farsi, consapevole dell'oro che siede in campo, e quest'anno anche alle sue spalle.