Emozionato e motivato al massimo. Forse anche un po' folle. Giovanni Martusciello, sulle pagine de Il Tirreno, spiega che nella vita "il rischio maggiore è proprio quello di non rischiare" e così ha deciso di accettare l'offerta dell'Empoli e presto diventerà ufficialmente il nuovo allenatore del club. Andiamo a leggere le sue dichiarazioni rilasciate sul noto giornale toscano.
"Fino a qualche tempo fa non avrei mai pensato di diventare l’allenatore dell’Empoli, ma soprattutto durante questa stagione qualcosa è cambiato dentro di me. E quando il presidente Corsi mi ha chiesto se me la sentivo ho detto subito sì. E convinto di farlo.
Se mi spaventano le nuove responsabilità? No, per niente. Perché da questo punto di vista non cambierà nulla. Forse la percezione che si ha dall’esterno, ma io le responsabilità in questi anni me lo sono sempre prese e me le sono sempre sentite addosso. Quindi l’approccio, almeno sotto questo profilo, non sarà diverso dalla scorsa stagione o anche da due anni fa. In molti mi aspetteranno al varco, lo so. Ma per diventare un allenatore c’è bisogno di fare l’allenatore. Mi sento pronto oggi e mi sento lucido e sereno ma soprattutto molto felice perchè alleno la squadra della città che amo. Di quella che è diventata mia e dove ho scelto di vivere. È un sogno che si avvera.
Questa scelta può cambiare la mia vita? Lo so. Che vada male o bene potrebbe portarmi via da Empoli, da casa. Cerco di non pensarci, però, Perché ho già lasciato una volta da giocatore (nel 1999, ndr) ed è stato l’errore più grosso della mia vita. Scelsi i soldi, quella volta, e il giorno dopo mi ero già pentito.
Perché, l’Empoli ha scelto Martusciello? Per dare continuità al lavoro degli ultimi anni. Quello iniziato da Sarri e proseguito da Giampaolo che, insieme a Spalletti, mi hanno spinto ad accettare. Ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con entrambi e ora sono pronto a provarci da solo. O meglio in prima persona, perché chi pensa di fare le cose da solo, nel calcio, non va da nessuna parte.
Di cosa ho bisogno? Per prima cosa della disponibilità dei ragazzi. Dei giocatori. Un tecnico può avere le idee migliori, ma serve la convinzione e l’applicazione di chi deve metterle in pratica per riuscire a trasformarle in qualcosa di concreto. E sapere che questo gruppo è sempre stato disponibile al massimo mi ha aiutato ad accettare. È successo con Sarri e con Giampaolo e così continuerà ad essere. Cambieranno molti giocatori, è vero, ma la conferma di molti elementi mi consente di sapere bene con che tipo di gruppo avrò a che fare. Il resto lo faranno le scelte del direttore Carli e del team manager Accardi: sanno meglio di me quali sono i giocatori da Empoli.
Io cambierò? No. Sarò sempre il solito Martusciello. Non cambierò il mio modo di essere anche perché sono capace di essere solo questo. Devi essere pronto a dare agli altri perché gli altri diano a te. Così ho sempre fatto e così farò.
Come sarà l’Empoli di Martusciello? La società, ripeto, ha scelto me per dare continuità al lavoro. Avremo gli stessi principi e la stessa filosofia degli ultimi anni. Ma come giocheremo non posso dirvelo. Dipenderà dalle caratteristiche di chi avrò a disposizione».
Potrebbe cambiare modulo? Vedremo a fine mercato. Ma posso dirvi che la scorsa estate, quando Giampaolo provava il 3-5-2 fra lo scetticismo generale, io ero d’accordo con lui. Avevamo perso Valdifiori e temevamo di perdere Saponara. Quando poi è stato chiaro che Ricky sarebbe rimasto tornare al 4-3-1-2 è stata la scelta più logica. E facile.
Chi sarà il nuovo Martusciello? Avrò bisogno di un collaboratore di totale fiducia, è vero, e probabilmente verrà fuori da Empoli.
Il patentino da allenatore? Ho il punteggio per entrare nel prossimo corso Master. Il bando dovrebbe uscire a giorni. Al massimo a metà giugno. Una volta scattata l’iscrizione la deroga per un anno è automatica. Poi sarò impegnato con le lezioni a partire da gennaio.
Il pubblico azzurro? Da queste persone e da questa città ho sempre ricevuto solo e soltanto affetto, ma tanto affetto. E oggi più che mai sento il bisogno di ripagarlo, di dare il massimo per me e anche per queste persone. E questo posso promettere: allenerò l’Empoli dando tutto me stesso. Con le mie capacità, con la testa, ma anche con il cuore".