Due, al di sopra di qualsiasi altro aspetto, i capi d'accusa imputati a Maurizio Sarri e, soprattutto, a Gonzalo Higuain da parte del Giudice Sportivo Tosel, che nella sua sentenza parla di "espressioni intimidatorie" e "atteggiamento irriguardoso". Se tuttavia per il mister toscano la giornata di squalifica può anche essere valutata giusta (ciononostante il Napoli farà ricorso anche per evitare di scontarla contro il Verona), quella che ha mandato su tutte le furie la diriegenza partenopea sono le quattro giornate comminate all'attaccante principe del campionato italiano, che dovrà per il momento restare a mordere i freni per quattro, lunghissime, giornate. 

Troppe secondo il Napoli e quanto riportato da tutti i quotidiani odierni, che provano a placare i toni della vicenda nel tentativo di far prevalere buon senso e giustizia. Secondo la Gazzetta dello Sport, due le strade che si porrebbero dinanzi al ricorso del Napoli, che proverà ad impugnare le seguenti armi: "Grassani (l'avvocato degli azzurri ndr) ha due strade per provare a ridurre la sanzione: nella prima dimostrare con l’ausilio del fermo immagine che Higuain appoggia le mani su Irrati, con la sua testa in linea con il corpo, mentre quella del direttore di gara è protesa in avanti. Il che dimostrerebbe che il centravanti ha voluto quasi proteggersi, o impedire uno scontro frontale. Nella seconda verificare dalla lettura del referto arbitrale l’effettivo tenore dell’ingiuria, se sia stata una parolaccia vera o propria o se piuttosto". 

La rabbia di Higuain su Felipe durante Udinese-Napoli - Foto: Gazzetta.it

L'arringa del Pipita - Higuain alza la voce, mette il petto in fuori, chiede giustizia. Stavolta fuori dal campo. Con maggiore tranquillità, senza le pressioni e le frenesie da terreno di gioco. L'argentino ha chiesto e ottenuto dalla società, così come fu per Borja Valero e per Maradona in passato, di testimoniare alla Corte d'appello della giustizia sportiva per esporre la propria versione dei fatti. Higuain reo confesso già nell'immediato post Udinese-Napoli per quanto accaduto, ma fermamente convinto dell'assurda squalifica a lui comminata dal Giudice Sportivo Tosel. Non per la squalifica in sè, del tutto giusta, ma per l'entità della stessa, fin troppo pesante in quanto del tutto priva di violenza, quantomeno intimidazione. 

La voglia di Manolo - "Tranquillo, Gonzalo. Ci penso io". Nell'abbraccio di Gabbiadini ad Higuain, il messaggio del bergamasco all'amico e mentore argentino. Nella sua testa appoggiata al collo di Higuain, il messaggio recapitato in una bottigia ideale che trasmette tutta la voglia di Gabbiadini di rasserenare e tranquillizzare l'argentino, nel tentativo di limitare i danni provando a calmarlo nel momento di maggiore frenesia. Riposati Gonzalo, ora tocca a me sembra dire l'attaccante bergamasco, carico a molla in vista del finale di stagione che lo vedrà paradossalmente protagonista nel momento in cui forse credeva di giocare ancor meno. Toccherà al centravanti di Calcinate raccogliere contro Verona, Inter, Bologna e Roma (per il momento), la pesantissima eredità dell'attaccante di Brest, provando ad aggiornare il bottino che lo vede in campionato fermo a quota due marcature, contro Lazio e Frosinone. Troppo poco per un attaccante del calibro e dei colpi di Gabbiadini, che spesso ma invano ha chiesto spazio a Sarri, costretto a relegarlo in panchina per far posto al mostro Pipita. Starà alla bravura del bergamasco, adesso, provare ad accantonare le delusioni e trasformare la rabbia per le ripetute esclusioni in energia positiva da mettere in campo. 

La rabbia di Gabbiadini dopo il gol al Frosinone - Foto: Goal.com

Il patto dello spogliatoio - Archiviata e sbollita la rabbia, il Napoli si è ritrovato ieri a Castel Volturno, dove il Pipita è stato accolto da un fragoroso bentornato da parte del resto della squadra, che ha ovviamente preso le parti e le difese dell'attaccante. "Tutti per uno, tutti per Higuain" il motto coniato dallo spogliatoio, che cerca di fare quadrato nel momento di difficoltà, nel tentativo di trovare quella spinta decisiva nell'assunto tanto amato dagli statunitensi, che spesso abbracciano la filosofia del 'less is more' (a volte, un giocatore in meno, rappresenta un'aggiunta, per tanti motivi). L'assenza di Higuain per ritrovare motivazioni e fiducia, oltre a gol e successi: Scudetto o secondo posto che sia, il Napoli deve reagire.