E' un Napoli da record, ma non basta. E' un Higuain da record, ma paradossalmente, nemmeno questo basta. Otto giornate dal termine di una stagione esaltante per il Napoli di Maurizio Sarri, che dopo il successo contro il Genoa, il terzo di fila dopo il calo fisiologico di febbraio, fa la conta dei record che sta abbattendo, di squadra e personali. Mai la squadra azzurra era stata così vincente nelle prime trenta giornate: venti vittorie, venti macigni che pesano, ma non sono sufficienti e non valgono il primato. Sebbene l'obiettivo stagionale (la qualificazione alla Champions League) sia quasi raggiunto e con pieni meriti, al Napoli manca qualcosa.

Quel primato perduto non più tardi di un mese fa è ancora alla portata, anche se la marcia della Juventus al pari di quella azzurra, sembra frustrare tutti i tentativi di rimonta partenopei. Già frustrare, perché sarà difficile tenere il passo, soprattutto mentalmente, della Juve, che continua a vincere e tenere a debita distanza Higuain ed i suoi, che nonostante tutto, però, non demordono affatto. Anzi, rilanciano. In vista delle otto sfide finali, con il secondo posto oramai in tasca, gli azzurri sembrano avere sempre più fame di vittoria. La dimostrazione è la voglia, la grinta, con la quale il Pipita si è inventato dal nulla il gol del vantaggio contro il Genoa. 

La mentalità è quella giusta. La fame anche. Ecco, il passo fondamentale verso la definitiva maturazione è questo: il nuovo Napoli di Sarri ha interpretato al meglio il volere del mister, non accontentandosi mai, nel corso di questa stagione, davanti ad ogni singolo successo, ad ogni singola effimera affermazione come avrebbe fatto in passato. Le idee che il tecnico ha innestato nelle menti dei suoi giocatori hanno fatto breccia e ad oggi stanno facendo la differenza rispetto alle stagioni precedenti: per questo, e per altri motivi, il Napoli attenta al record di successi casalinghi (Mazzarri si fermò a 14, Sarri è a 12 con quattro gare da giocare non impossibili sulla carta); otto quelli in trasferta lontano dal San Paolo (Benitez arrivò a 10); la difesa è la migliore di sempre. Numeri in costante evoluzione, del tutto positiva. 

Nel macrocosmo delle meraviglie del Napoli, inoltre, il microcosmo Higuain. Devastante. Famelico. Impressionante per quantità, qualità e continuità: il Pipita ha segnato da solo quanto tutto il Frosinone di Roberto Stellone, più di Udinese, Verona, Atalanta, Palermo e Carpi. Imbarazzante. Qualora si volesse continuare nello sviscerare numeri e dati, il centravanti partenopeo marcia a suon di record verso la storia (con il suo record personale frantumato) e con il trono di Nordahl che inizia a vacillare davanti alla facilità con la quale il bomber di Brest infilza gli avversari. Ed ancora: tre gol in più del terzetto d’attacco della Juventus (Dybala 14, Mandzukic e Morata 6), cinque in più della coppia dell’Inter Icardi ed Eder (12 pro capite), uno in più del quartetto di archi del Milan di Mihajlovic (Bacca 14, Bonaventura 6, Niang 5, Luiz Adriano 3), più di Salah, Pjanic, Dzeko e Totti messi assieme. Altro?

Numeri che per quanto imponenti non equivalgono al successo finale. L'equazione, seppur non vincente al crepuscolo del campionato, non scalfirà affatto ciò che il Napoli di Maurizio Sarri sta mettendo in mostra. Basterà oppure no, gli azzurri sono già nella storia, con la qualificazione diretta (ed è già una mezza impresa per come era nata la stagione) in tasca. Adesso la chiosa finale, con un sogno chiuso nel cassetto in attesa di essere aperto.