20 presenze in azzurro, esordio il 17 novembre del 2010. Ora la carriera in Nazionale di Andrea Ranocchia è a un bivio. La stagione in chiaroscuro a Milano non gioca a favore del centrale. La scelta di chiudere la parentesi nerazzurra per sposare la maglia della Sampdoria nasconde il desiderio di ri-abbracciare il gruppo, è un segnale al Ct.
Con l'approdo alla corte di Montella, il ritorno in campo. Otto uscite, con Ranocchia sempre alla guida del pacchetto arretrato. Un inizio in sordina, le difficoltà dell'undici ligure ad assorbire il cambio in panchina. Due punti in cinque gare, lo spettro di una retrocessione inattesa. Le vittorie con Frosinone e Verona a scacciare incubi e paure, poi il pari di Empoli, con la Samp a quota 32, al momento in una situazione di sicurezza.
Ranocchia ritrova il sorriso e torna a colorare il sogno continentale. La rassegna francese è nelle corde del difensore, nei pensieri di un giocatore da sempre atteso all'ultimo passo.
"Sarei un pazzo se non ci pensassi. Ma ora bisogna fare bene, agli Europei poi si penserà".
Con lo scorrere delle settimane, cresce la condizione, processo naturale, dopo un lungo periodo in naftalina. Sensazioni antiche, il feeling con il campo, il tempo di gioco, momenti che riaffiorano, dalle titubanze d'esordio alle sicurezze attuali, l'orizzonte assume tinte via via più azzurre.
"Il passato è passato, adesso penso alla Samp e a fare il meglio di me per tirare fuori la squadra dalla parte bassa della classifica. All'inizio ho avuto problemi, perché non giocavo da cinque mesi e, sia la forma che la concentrazione, non tornano in due giorni. Adesso sto bene e sono contento di poter dare una mano".