E' un Napoli da record: senza se, senza ma. Ad attestare la clamorosa stagione degli azzurri allenati da Maurizio Sarri, semmai ce ne fosse il bisogno, arrivano i dati statistici a confermare che la versione 2015/2016 della compagine azzurra è addirittura la migliore di tutti i tempi. Novanta anni di storia, quasi un centenario, per osservare da vicino un miracolo sportivo di un macrocosmo che viene costruito, in piccolo, dalle storie di ognuno dei protagonisti azzurri, che ha trovato nella cura del maestro di campagna una clamorosa iniezione di fiducia e rivalsa: da Albiol a Koulibaly, da Ghoulam ad Hysay, da Hamsik a Jorginho, rinati in questa stagione e leader indiscussi della classifica dei passaggi in tutta la Serie A, da Callejon ad Insigne, per finire al Pipita Higuain, mai così tanto a segno nel suo passato (eguagliati i 29 gol della stagione 2009/10 con la maglia del Real Madrid).
E' un Napoli splendente, brillante, lontanamente opaco da quello visto la scorsa stagione, ombra di se stesso e delle sue paure, diventate all'improvviso stimolo per la rinascita dalle proprie ceneri. La fenice azzurra, dopo il rigore fallito dallo stesso Higuain contro la Lazio, ha ritrovato serenità e fiducia nelle idee di Sarri, riuscendo a compattarsi dietro un gioco spumeggiante, a diventare finalmente squadra con la maiuscola anche fuori dal campo, a Castel Volturno, dove polemiche e tentativi di destabilizzazione non riescono più a penetrare.
Il nuovo Napoli è, alla ventinovesima di campionato, all'indomani del successo di Palermo, il migliore di tutti i tempi: nove giornate dal termine del campionato, e gli azzurri sono già riusciti a fare meglio dei predecessori, partendo dalla stagione 87/88 (quando i punti, virtualmente tre a vittoria, sarebbero stati 60), per finire ai Napoli scudettati degli anni d'oro di Maradona (quando a questo punto del torneo i punti erano rispettivamente 57 e 56). Insomma, la compagine partenopea viaggia a gonfie vele verso l'abbattimento di una serie di record, quali i punti fatti, quali le marcature messe a segno e quelle subite che mai, prima d'ora, erano stati così concentrati in una sola annata. Un'annata che, all'apparenza, sembrerebbe da titolo, da trionfo, eppure vede i napoletani inseguire a tre lunghezze di distanza.
La Juventus resta sempre nel mirino, a tre lunghezze di distanza: nove giornate per frantumare i record del recente e lontano passato e provare a coronare un sogno lungo quasi trent'anni. I numeri sono dalla parte del Napoli, anche se non sempre sono indice di successo finale: il calcio è anche questo. Sarri, Hamsik ed Higuain ne sono ben consci, e ciò nonostante ci proveranno fino in fondo a raggiungere il cannibale bianconero. Finalmente tutto il potenziale inespresso negli ultimi anni, sembra essere venuto alla luce all'unisono: dalle trame di passaggio a centrocampo, all'imprevedibilità ed alle giocate dell'attacco, per chiudere con l'ermetismo di una difesa mai così poco battuta. L'importante, a maggio, sarà uscire da quel terreno di gioco del San Paolo a testa alta, con il petto in fuori, davanti a qualsiasi risultato: questa volta, il Napoli è consapevole di poterlo fare. Anzi, forse l'ha già fatto.