Il massimo risultato, con il minimo sforzo. Quasi mai, all'interno della stagione del Napoli di Maurizio Sarri si è usata questa frase per descrivere i successi della squadra partenopea, quasi sempre ottenuti con un gioco arioso e brillante, spumeggiante davanti e sempre florido, o quasi, in termini di realizzazioni. Nella trasferta di Palermo, insidiosa per due aspetti su tutti gli altri (per le condizioni ambientali che si incontravano e per la pressione delle vittorie di Juve e Roma), è stata archiviata grazie ad un rigore di Higuain (record personale di marcature), arrivato a metà di un primo tempo dominato in lungo ed in largo, seppur in maniera sterile. 

Già, sterile, perché il Napoli visto al Barbera è per la prima volta poco efficace, sebbene le parole di Maurizio Sarri a fine gara vadano in controtendenza con questa sensazione. Normale ed evidente che il mister tenga sulla corda tutti e difenda l'operato della squadra, poco cinica dalle parti di un Sorrentino chiamato in causa per davvero rarissime volte: la novità della trasferta siciliana del Napoli è rappresentata dalla gestione della gara stessa, con tranquillità e serenità, fin troppa come sottolineerà il tecnico azzurro al termine della stessa. Il fraseggio è, come al solito, impeccabile, ma troppo spesso fine a se stesso e ad uno specchiarsi nella bellezza della trama che quasi mai ha portato il tridente d'attacco a chiudere il risultato. 

"La squadra mi è piaciuta, anche se in alcuni casi è stata troppo leziosa, ma mi fa piacere che la squadra abbia questa confidenza nel possesso. Dispiace non aver chiuso la gara, ma sapevamo che questa era una gara rischiosa per tutto quello che è successo al Palermo. Serviva un pizzico di cattiveria in più".

Emblematico e ficcante come al solito il commento di Sarri, che ha analizzato così la gara, provando a punzecchiare ancora una volta la sua squadra, che ha ripetuto, a detta del tecnico toscano, l'atteggiamento avuto in settimana quando durante la partitella classica si pensava a bearsi del possesso palla piuttosto che essere cattivi e cinici. Sarri invece chiede ai suoi di essere ancora affamati e mai appagati, nonostante una classifica che, rispetto alla passata stagione parli chiaro sul valore del cammino partenopeo: un punto in più rispetto all seconda gestione Benitez, che a questo punto della stagione era quarto in classifica con distacco abissale dai bianconeri. Sarri si gode il record di Gonzalo Higuain, l'impressionante crescita e maturità di Jorginho oltre la ritrovata condizione atletica di Allan, oltre al primo clean sheet ottenuto dalla difesa, con Reina chiamato ad un solo intervento, che oscurano l'imprecisione di Insigne, l'opacità di Hamsik e qualche giocata fin troppo leziosa. 

Sarri invece insegue a testa alta il cannibale, che stavolta è atteso ad una durissima prova prima a Monaco di Baviera, poi a Torino contro il toro di Ventura nel derby. Occasione per il Napoli, che potrebbe approfittare anche dello scontro diretto tra Roma ed Inter, per mettere in ghiaccio il secondo posto e provare a rosicchiare qualche punto ai bianconeri nella sfida interna contro i cugini gemellati genoani, reduci da due successi di seguito e praticamente salvi. Il calendario, nella prossima giornata, sorriderà agli azzurri, che non dovranno però sottovalutare l'impegno contro i rossoblu. 

"Non possiamo farci il sangue amaro se questi vincono tutte le partite, hanno fatto 55 punti su 57 a disposizione. Stasera abbiamo raggiunto un altro record, siamo a 64 punti, mentre lo scorso anno la squadra aveva chiuso a 63 punti".

Tra un sassolino tolto dalla scarpa ed un rinnovo in vista, Sarri punta il dito sul lavoro svolto fin qui, sebbene non si accontenti e punti ancora forte verso il primato. Il Napoli c'è, e nononstante la vittoria di misura, mette ancora pressione sulla Juventus.