Chi l'altro ieri ha visto la partita avrà forse pensato che era la squadra in maglia azzurra a recitare il ruolo di capolista del campionato e a giocare per vincere contro la squadra nerazzurra, provinciale miracolosamente settima, che giocava per non prenderle e per portare a casa un prezioso pareggio. Perché è stato l’Empoli a dare una lezione di calcio ai più blasonati avversari che hanno pensato a non far giocare la squadra toscana e a sfruttare le ripartenze che si potevano creare. Ma il calcio si sa è uno sport dove conta mettere il pallone dentro e l’Inter ha avuto la bravura di sfruttare una delle poche occasioni offerte dall’Empoli e portare a casa 3 punti dopo una prestazione insufficiente e da squadra non in lotta per un traguardo come lo scudetto.

E i rimpianti li ha solo l’Empoli che ha giocato un’ottima partita senza avere minimamente paura dell’Inter capolista. La squadra di Giampaolo ha denotato ancora una volta di avere un’ottima organizzazione collettiva con spiccate individualità a centrocampo e con la voglia di fare e di sacrificarsi da parte di tutti a partire da capitan Maccarone. Forse l’unico difetto è da trovare in zona offensiva, ma bisogna dire che segnare a quest’Inter, che aveva 9-10 giocatori dietro la linea del centrocampo, in porta uno dei migliori estremi difensori del mondo (ieri migliore in campo) e la difesa più forte del campionato, non era affatto semplice.

Eppure gli azzurri ci hanno provato, sempre, fino all’ultimo minuto di gioco, facendo soffrire l’Inter assolutamente incapace di proporre uno stralcio di gioco. Visto il muro eretto da Mancini sono stati diversi i tiri dalla media distanza che però sono stati imprecisi o disinnescati dal sempre pronto Handanovic che nel secondo tempo ha salvato sull’occasionissima per Saponara, che in area ha calciato potente ma centrale e il portiere sloveno così ha potuto mettere il pallone in corner. Ma l’Empoli ha anche da recriminare per i due possibili rigori non concessi dall’arbitro Celi sui falli di Miranda e Murillo su Pucciarelli che hanno indirizzato in maniera evidente il match.

Insomma serata storta per i ragazzi di Giampaolo che con rabbia, certo, ma anche con estrema fiducia possono ricominciare dal match di domenica con il Torino per raggiungere il prima possibile il traguardo della salvezza, un obiettivo ad inizio anno molto difficile ma che ora dovrà per forza di cose essere raggiunto da una delle rivelazioni di questo torneo che non ha paura di niente e nessuno e che gioca contro chiunque a calcio, cosa non di poco conto nel campionato italiano che anche nei quartieri nobili vede squadre "catenacciare" e che giocano per distruggere il gioco e non per crearlo.