Non era facile ereditare la squadra di Maurizio Sarri. Il lavoro dell'allenatore oggi del Napoli è stato egregio, ma i rischi non mancavano. E' vero che l'Empoli aveva acquisito una propria precisa identità, altrettanto vero che i paragoni, se le cose fossero andate male, sarebbero stati impietosi.
Ecco perchè quello che sta facendo Marco Giampaolo deve essere sottolineato. La sua carriera da allenatore ha avuto alti e bassi, ora ad Empoli sembra aver trovato un minimo di equilibrio. L'allenatore dell'Empoli, a Sky Sport, ha parlato di diversi temi, partendo proprio dalla squadra che ha trovato al suo arrivo: "Sarri ha fatto un ottimo lavoro negli ultimi due anni. Io ho lasciato inalterate alcune cose che rappresentavano un valore aggiunto per l’Empoli. Ho dovuto anche integrare i nuovi, perché dopo le cessioni eccellenti di questa estate c’erano da ritrovare alcuni automatismi." Ci sono state delle cessioni importanti, ma è altrettanto vero che i giocatori di qualità, giovani e non, non mancano: "Zielinski, Tonelli hanno grandi qualità.Saponara, Paredes, Laurini sono tutti giocatori forti e infatti sono quelli che hanno giocato con più continuità. Maccarone invece è davvero un valore aggiunto per noi perché a 37 anni riesce a fare grandi cose."
Quelle che avrebbe forse potuto fare anche lo stesso Giampaolo, ma la sua carriera da allenatore ha vissuto anche situazioni molto particolari: "er me è stata una nuova opportunità. Fino a cinque mesi fa allenavo in Lega Pro. Cremona è stato davvero l’ultimo treno e se non fossi andato lì probabilmente avrei smesso. Al Brescia c’è stata una cattiva comunicazione. Avevo comunicato al club cosa volessi fare, ma qualcuno ha voluto sottolineare una non notizia, dandomi per scomparso. Mediaticamente l’ho pagata. Sono stato a casa per molti mesi ma fortunatamente poi è arrivata l’opportunità di Cremona." Anche la Juventus ad un certo punto, nel passato, sembrava aver deciso di puntare su di lui: "La sera prima era tutto fatto, poi la mattina dopo qualcuno ha avuto un ripensamento. Il rimpianto c’è stato, era l’occasione della mia vita. Non ho chiesto il perché. Mi è stato solo detto che alla Juve ci sono cose più grandi di noi a livello decisionale."