Nicolas Burdisso, capitano del Genoa, ha rilasciato una lunga intervista apparsa questa mattina sulla Gazzetta dello Sport nella quale parla, tra le altre cose, del suo trascorso in giallorosso, non senza qualche polemica: "Francesco (Totti ndr) non può mai essere un limite, ma non si è mai fatto delle domande. Non si è mai chiesto se fosse stato meglio giocare per 15 anni alla Roma e vincere oppure per 20 e non farlo. Calcisticamente non è un leader che trascina in campo. De Rossi è stato troppo buono, non ha mai voluto scavalcarlo".
L'ex centrale della Roma e dell'Inter ricorda anche gli anni trascorsi nelle file nerazzurre: "A Milano c’è la pressione per la vittoria ma si resta sempre con i piedi per terra. A Roma invece si passa da un eccesso all’altro e non aiuta. Dieci anni fa a mia figlia Angela fu diagnosticata una leucemia e io ho avuto le possibilità economiche di lasciare tutto, smettere col calcio per sei mesi e curarla. Non sono stato un eroe: l’eroina è stata lei, che ha sopportato cure terribili. In quel periodo, poi, ho scoperto che scrivere mi aiutava. Non dimenticherò mai quello che ha fatto Moratti per mia figlia. La svolta all’Inter c’è stata con l’arrivo di Mancini. Prima c’erano grandissimi giocatori, ma non una leadership come in Juve o Milan: l’ha portata lui. Abbiamo avuto un rapporto ottimo. Abbiamo litigato, ma anche festeggiato e ci siamo emozionati. E ora mi sembra ancora più maturo, prima si sentiva ancora calciatore".
Burdisso poi ha confessato con quale allenatore si è trovato meglio?: "Direi Carlos Bianchi, ma sono stato fortunato, ho lavorato anche con Maradona, Montella(che era bravissimo e non l’avrei mai mandato via dalla Roma) e anche Luis Enrique. Guardi che se il Barcellona vince, non è solo merito dei tre davanti. Ricordo quando nei preliminari con lo Slovan lui sostituì Totti e fummo eliminati. Avevamo in campo tanti ragazzi e c’era bisogno di Francesco. Io quando vidi il cambio scossi la testa. Il giorno dopo Luis mi disse: “Non farlo più”. Aveva ragione lui. Ha portato a Trigoria la cultura del lavoro. A Roma sembrava che quando si allenavano ti facevano un favore. Ricordo che Spalletti e Montella impazzivano di rabbia. Vincenzo usava i gps e alla fine diceva: “Avete lavorato in modo imbarazzante". Infine domanda sui veritici della classifica: "L’Inter ha più carattere, la Roma ha più tecnica, ma il Napoli ha tutte e due le cose. La Fiorentinainvece credo sia un gradino sotto. Nella Roma vedrei bene Perin".