Inverno 2014. Mirko Valdifiori, allora in forza all'Empoli, è assente ed il suo posto nella seduta di allenamento viene preso da un ragazzo proveniente dalla Primavera. Sulla panchina azzurra siede Maurizio Sarri che fumando l'immancabile pacchetto di sigarette osserva i suoi, facendo particolarmente attenzione alla zona mediana del campo. L'allenamento finisce, i giocatori vanno verso gli spogliatoi ma il tecnico ha già deciso: "Quello lì in Primavera non ci torna" e così fu. Il "quello lì" in questione era Assane Diousse, senegalese non ancora maggiorenne.
Assane nasce a Dakar il 20 settembre 1997 e arriva in Italia nel 2010, all'età di 13 anni, per raggiungere il padre. Ed è proprio lui che gli consiglia di "buttarsi" nel mondo del pallone intravedendo nel figlio il potenziale di un diamante grezzo. E' così che Assane decide di provarci e bussa alla porta della Carrarese che però lo scarta. Il giovane però non si perde d'animo e si presenta a Monteboro, centro sportivo dell'Empoli. I selezionatori della squadra toscana non ci mettono molto a capire che quel ragazzo arrivato dal nulla potrà fare strada e così lo arruolano subito nella squadra dei Giovanissimi. Da quel momento Assane brucia una tappa dopo l'altra passando dai Giovanissimi agli Allievi, finendo spesso in Primavera. La stagione seguente fa la spola tra Primavera e Prima Squadra fino a quell'allenamento di dicembre, quando mister Sarri lo aggrega definitivamente al gruppo di Maccarone e compagni. Il 15 agosto 2015 poi arriva anche l'esordio tra i professionisti nella partita contro il Vicenza e, dopo una settimana, più precisamente il 23 agosto è la volta dell'esordio in Serie A in occasione della gara contro il Chievo Verona. Da allora Assane diventa uno dei punti fermi dell'Empoli di Giampaolo, oltre che una delle sorprese più liete di questo campionato.
Fisico, lucidità, freddezza, gamba e piedi sono le caratteristiche che ne fanno un mediano moderno,un centrocampista capace in entrambe le fasi. Inoltre può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e si distingue per tecnica, visione di gioco, abilità di verticalizzare e precisione nei passaggi.
Ne ha fatta di strada il giovane Assane, soprattutto grazie ai sacrifici, la fatica ed il lavoro, come quando rimaneva trenta minuti più degli altri alla fine di ogni allenamento per crescere tecnicamente con entrambi i piedi. Una strada che lo ha portato ad essere inserito al trentaseiesimo posto nella classifica dei 100 talenti più promettenti al mondo stilata dal sito The Next Striker. Classifica che non è certo sfuggita alle grandi del nostro calcio che si sono interessate al talento (Roma in primis) ricevendo però un "no, grazie" dalla dirigenza empolese che non si è fatta trovare impreparata dato che, all'inizio di questa stagione, Diousse ha rinnovato fino al 2020.
"Sto vivendo un bel momento ma non mi sento arrivato. Ho ancora tanta strada da fare e devo lavorare molto. Sono stato felice di giocare a San Siro contro il Milan, ho cercato di seguire i consigli del mister come faccio in allenamento. È stata una grande emozione, nel riscaldamento mi sono fermato a guardare lo stadio, il pubblico ma in campo mi sono dimenticato tutto. Sono contento perché sto vivendo un sogno, sono fortunato rispetto a tanti altri ragazzi che come me arrivano dall’Africa. Ci sono tante persone che partono con la barca spendendo un sacco di soldi nella speranza di trovare un futuro migliore. Poi arrivano qua e non trovano nessuno che li aiuta. Io sono stato fortunato, perché sono venuto in Italia seguendo mio padre. Quando vedo certe immagini in tv penso che ci sarei potuto essere io" queste le sue parole al Tirreno dopo la partita a San Siro contro il Milan.
"Vivevo con mia zia, andavo a giocare a calcio dalla mattina alla sera qualche volta mi scordavo pure di andare a mangiare. La mia famiglia è stata importante per me e lo è tuttora, per questo vorrei ridarle tutto quello che mi ha dato, ripagare gli sforzi che ha fatto per me. E poi mi piacerebbe aiutare tanta gente che al mio paese non se la passa bene, ci sono tanti bambini senza genitori, vorrei poterli dare una mano".
Sembra avere le idee chiare Assane, il centrocampista che viene da lontano e che, a fisico, lucidità, freddezza, gambe e piedi sembra aggiungere anche una buona dose di cervello, che non può far altro che portarlo ancora più lontano, fino ad arrivare un giorno a sfidare il suo modello Thiago Motta.