Il Napoli si ferma a Genova, sponda rossoblù, dopo cinque vittorie di fila. Partita all'inglese a Marassi, per intensità, spirito di sacrificio ed anche per l'arbitraggio del signor Doveri, che lascia correre permettendo ai ventidue protagonisti in campo di privilegiare la sciabola e l'agonismo piuttosto del fioretto. Ai punti l'avrebbero spuntata gli ospiti, che nel corso della gara hanno creato svariate occasioni da rete con l'eccezione, fondamentale però nel calcio, di non riuscire mai a tramutarne una in gol. Il Genoa si è difeso con i denti, con una ferocia tattica che sfociava, seppur raramente, nella genialità di Perotti, spina nel fianco sull'out destro difensivo del Napoli.

Gasperini sceglie inaspettatamente Ansaldi, collocandolo sulla linea dei tre difensori centrali, con Burdisso e Munoz a protezione di Perin. Rincon agisce sull'out destro del centrocampo, con Figueiras dalla parte opposta. Dzemaili, Tino Costa al centro, con il tridente formato da Laxalt, Perotti e Pavoletti. Sarri sceglie l'undici migliore, con Mertens al posto di Insigne sulla sinistra. Koulibaly compone la cerniera centrale in difesa davanti a Reina, con Allan, Jorginho ed Hamsik a centrocampo.

L'inizio di gara è tutto partenopeo, con Jorginho che imbecca Callejon alle spalle di Rincon: lo spagnolo si accentra beffando Ansaldi e calciando col mancino, ma Perin devia in angolo. Con il passare dei minuti il Genoa si ricompone e si assesta meglio in campo, facendo prevalere la sua intensità, soprattutto con Rincon, Costa e Dzemaili a centrocampo, che imbrigliano gli scambi stretti in mediana dei partenopei. Gli ospiti cercano il bandolo della matassa, ma sono costretti a giocare il pallone più rapidamente e, di conseguenza, con minore percentuale di riuscita del passaggio. Il Grifone riparte veloce in contropiede, con Laxalt che, dopo la doppietta di Torino, ci prova dalla distanza: palla alta. La qualità maggiore del Napoli esce alla distanza, nei momenti in cui il Genoa rifiata: Mertens si accende a metà frazione, cercando il solito destro a giro dopo aver saltato Munoz pettinando la sfera. Perin osserva la sfera superarlo, ma fortunatamente finire anche sul fondo.

E' il momento di maggiore pressione del Napoli nel primo tempo, ed ancora il belga è protagonista dell'episodio che farà discutere: il cross dalla sinistra è perfetto, Higuain è tutto solo e viene agganciato da Burdisso in area. Per Doveri si gioca. La squadra di Sarri torna a subire la pressione incessante degli ospiti, che nonostante gli intoppi muscolari occorsi a Munoz e Dzemaili non accenna a placarsi. Le occasioni da rete non arrivano, fino al lampo di Higuain, uno dei pochi di giornata, sullo scadere di primo tempo: il lancio è sempre di Jorginho, lo stop è da Oscar, il diagonale però impreciso.

La ripresa vede, cosi come nella prima frazione, il predominio territoriale e sul piano di vista del gioco degli ospiti, che cercano soprattutto nel primo quarto d'ora il gol che sbloccherebbe la gara. Con il Napoli più arrembante e meno propenso a guardarsi le spalle la gara diventa più aperta e propensa a vedere spettacolo e palle gol. Nel giro di dieci minuti ce ne sono quattro, tre delle quali portano la firma partenopea: il primo a provarci è Higuain, che sull'assist di Hamsik, protegge la sfera aggiustandola col mancino e calciando di destro, ma Ansaldi è provvidenziale immolandosi col corpo; successivamente è Hamsik che si inserisce con i tempi perfetti e sull'assist di Mertens calcia su Perin in uscita; infine, Callejon, sul break centrale di Insigne (entrato per Mertens infortunato), calcia a lato da ottima posizione.

Nel mezzo, l'occasione per Pavoletti, imbeccato da Perotti perfettamente nello spazio, ma che calcia a lato con il mancino. I ritmi si fanno ancor più indiavolati, con il Genoa che avverte la sensazione di pericolo e serra ancor di più le fila, intensificando oltremodo l'aggressività negli interventi. La compagine padrona di casa riesce, per una decina di minuti, a respirare allentando la pressione degli uomini di Sarri, che rifiatano in vista del forcing finale. Perotti sale in cattedra in questo lasso di tempo, puntando a ripetizione Hysaj e servendo cioccolatini già scartati per Tino Costa, Figueiras e Pavoletti, che non impensieriscono però Reina. Il finale è tutto del Napoli e di Insigne, che trova con un cucchiaio fantastico Hamsik a tu per tu con Perin, ma lo slovacco cicca la sfera facilitanto la parata dell'estremo difensore. La parata esalta il numero uno di casa, che prima viene graziato dallo stesso esterno partenopeo (disturbato al momento della conclusione da Higuain in versione difensore), ed infine sulla punizione di Gabbiadini ed Insigne ancora.

Un punto guadagnato per il Genoa, forse due persi dal Napoli, che recriminerà, oltre sull'episodio del rigore, sulle tantissime palle gol avute e non concretizzate.