Tre minuti. Dal gelo al delirio. Kalinic buca la retroguardia azzurra impeccabile fino a quel momento: Albiol esce su Borja Valero per eccesso di foga, stenta a tornare in linea; Koulibaly ed Hysaj se ne accorgono tardi: 1-1, l'ex Dnipro non perdona. Tornano i fantasmi, no. Nonostante il gelo del San Paolo, rovente come mai prima d'ora in questa stagione pregno della consapevolezza dell'importanza di questo match e di questa vittoria, il Napoli alza la testa e dimostra, in definitiva, di essere finalmente grande.
Tre minuti che possono fare la differenza tra la sufficienza, che può essere il terzo come il quinto posto, ed un sogno. Centottanta secondi di follia, di raptus, di voglia di vincere, di dimostrare di essere una squadra diversa per motivazioni e per convinzione dalle precedenti: il Napoli c'è. Gli occhi della tigre non mutano nei volti degli azzurri beffati dal taglio del croato, dall'idea di Ilicic e della zampata vellutata. In questo brevissimo lasso temporale i pensieri, le paure, la tensione, la maggior parte delle volte prevalgono sulla ragione e sulla voglia di prevalare: è la differenza tra esser grandi, forse grandissimi, ed una squadra che è conscia delle proprie potenzialità e che le lascia al vento, come troppo spesso è accaduto.
Testa bassa, Mertens inventa, Higuain beffa Gonzalo con una finta di corpo, destro dal limite, Tatarusanu c'è. In tre minuti c'è tutto Sarri: convinzione, concetti, abnegazione, lavoro. Higuain non molla niente, nemmeno a triplice fischio finale sotto la doccia (mai visto così neanche nelle migliori apparizioni blanche): va in pressione qualche secondo dopo su un Ilicic molle, gli sradica il pallone, scambia con collega belga, l'apoteosi è dietro l'angolo. La protezione della palla è una chicca, il sinistro fin troppo facile, il boato che accompagna l'idolo di Napoli è imbarazzante persino per Sousa, che un paio di stadi li ha visti e vissuti. Fuorigrotta ribolle di passione, di follia, di amore. Il Pipita è tornato, eccome se è tornato. Il Campione della Serie A si sta mettendo finalmente la squadra sulle spalle, dal punto di vista tecnico (per quello mentale c'è lo spagnolo coi guanti ed un Maestro in panchina): gol alla Lazio, gol alla Juve, delizie a San Siro, gol vincente alla Fiorentina. What else?
Il secondo tempo del San Paolo consegna alle due compagini viste sul terreno di gioco partenopeo le chiavi della classifica del campionato di A: vincenti
La ripresa invece vive una frenetica voglia di portare a casa i tre punti, con gli azzurri che con due monumentali Allan ed Hamsik fanno la differenza impostando un ritmo ben più alto al pressing ed alle ripartenze, oltre che al fraseggio. Il risultato finale premia il sorriso di Sarri, che sfrutta una maggiore abilità nel cambiare il ritmo alla gara, unita alla presenza di Campioni in rosa che nel momento decisivo della gara si ricordano di essere tali.
Lazio, Juventus, Milan, Fiorentina: quattro indizi fanno più di una prova. Il Napoli ha superato quattro degli esami più difficili del cammino nella terra dello Stivale. La consapevolezza dei propri mezzi sembra finalmente ave
Si riparte da quei tre minuti, dalla foga del San Paolo, dal Campione ritrovato e da un sogno...