Dall'allievo al Maestro. Tutti, quando parlano di Maurizio Sarri, lo etichettano come un allievo che ha seguito le orme di Arrigo Sacchi. Così come l'allenatore romagnolo, un pò per la gavetta che hanno fatto entrambe, ma anche per le competenze in ambito calcistico e le affinità nei rispettivi modi di comportarsi e di allenare, anche il toscano si è imposto nel calcio che conta e, dopo la favola Empoli dello scorso anno, sta riscuotendo favori e elogi anche sulla panchina del Napoli.
Dopo un inizio nel quale la squadra ha stentato per vari aspetti, il gioco e le idee di mister Sarri sono uscite allo scoperto, con i partenopei che non si sono più fermati: sei partite, cinque vittorie, un solo gol subito. La barca Napoli viaggia a vele spiegate, con l'ambiente che circonda la squadra che sembra finalmente soffiare nella giusta direzione.
A tal proposito si è espresso proprio l'ex allenatore del Milan e della Nazionale Italiana, che ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli ha parlato dell'esplosione del Napoli e di Sarri.
"Tutti si stanno esprimendo meglio dell'anno scorso. La differenza è un elemento astratto che la gente fa fatica a capire: il gioco. Un giocatore diventa più bravo con l'impegno, la disponibilità ed il gioco della squadra. Messi è il più bravo giocatore del mondo con il Barcellona ma non certo con l'Argentina perchè lì non trova il gioco che trova con i ctalani. L'altro elemento importante è l'ambiente. Se tutti, dai calciatori al magazziniere compresa la società, faranno la loro parte e seguiranno Sarri, il Napoli potrà pensare in grande.
Sacchi ripropone, come già fatto in altre occasioni, un parallelo con il suo Milan, che al primo anno stupì tutti nonostante il mister arrivasse da una realtà molto meno blasonata di quella rossonera (Parma): "Nel mio Milan era così. Anche io partii male, fummo eliminati dalla Coppa Uefa. Avevo dei grandi campioni ma nessuno di loro era stato nei primi dieci del pallone d'oro. Erano tutti cresciuti grazie al gioco e alla disponibilità di tutto l'ambiente".
Infine una battuta che paragona l'attuale allenatore del Napoli al predecessore spagnolo Benitez: "Anche Benitez era bravo ma conosceva meno l'ambiente".