Il triangolo no. Quello tra Sampdoria, Soriano ed il Napoli ha movimentato tutta l'ultima giornata delle contrattazioni della sessione estiva del calciomercato. La trattativa che avrebbe dovuto portare il centrocampista italo-tedesco in terra partenopea, che poi non si è concretizzata, ha lasciato dietro di sé una scia di veleni e polemiche, soprattutto tra i protagonisti dell'affare.

Se da una parte Atene piange, dall'altra di certo Sparta non può sentirsi in dovere di ridere, avendo accettato la proposta partenopea ed aver visto sfumato, oltre all'acquisto di Zuniga, anche un cospicuo gruzzoletto che al presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero di certo poteva far comodo per risanare le casse societarie.  

Ciononostante, il numero uno doriano sembra fare buon viso a cattivo gioco e tramite le pagine del sito ufficiale della squadra doriana è tornato sull'argomento Soriano: "Nel profondo del cuore non ho mai pensato di vendere i miei gioielli. Io e miei tre moschettieri abbiamo lavorato 20 ore al giorno in questo calciomercato, che mi sembrava la guerra dei poveri ricchi, solo per migliorare la qualità e la competitività della Sampdoria".

Il preambolo annunciava successivamente ad una risposta alquanto piccata al collega partenopeo De Laurentiis, che qualche minuto prima aveva preceduto Ferrero ai microfoni di Kiss Kiss Napoli, asserendo che Soriano sarà in ogni caso a Gennaio un calciatore del Napoli: "E voglio dire al signor Aurelio De Laurentis di pensare ai suoi calciatori, che ai miei ci penso io, perché, sia chiaro, Soriano è un calciatore della Samp, non è un calciatore del Napoli in prestito alla Samp. E a tutti quelli che mi hanno criticato, che hanno dubitato e che mi hanno inondato di messaggi, molto improbabili, dico che io ci ho messo cuore, tasca e amore. E loro solo brutte parole. Adesso li aspetto tutti allo stadio per tifare, insieme con me, per la Sampdoria".

Infine, al di là della trattativa, il presidente istrionico della Samp, ha lanciato un monito ai tifosi doriani, ma non solo: "Signori e signore, per un calcio migliore, quello per il quale mi batto da quando sono diventato presidente, è fondamentale che ognuno di noi rispetti i propri ruoli, solo così arriveremo finalmente a uno sport figlio di fatti e non di parole: il mio compito è fare un buon calcio e il vostro di tifare, sostenere e supportare, con civiltà, passione e amore, la nostra Sampdoria dentro e fuori il campo".