Si avvicina inesorabilmente la sfida decisiva per risollevare le sorti di una stagione in chiaroscuro per il Napoli di Rafa Benitez, destinato ad allenare la squadra partenopea per altri quattro giorni prima di lasciare, con la ciliegina sulla torta dopo due coppe portate a casa, la Campania e volare alla volta di casa a Madrid, pronto ad allenare la Casa Blanca. Una sfida che segnerà profondamente il futuro del Napoli, in un caso come nell'altro.
In caso di Champions, anche se si tratta di preliminari (e si torna sul luogo del delitto dopo un anno), verranno fatti alcuni discorsi, altrimenti, nel malaugurato caso di un ritorno in Europa League, si penserà ad un progetto a lunga durata basato sulla programmazione e su un target di giocatori ed allenatore ben differenti rispetto al primo caso. Sfida dunque decisiva, per le sorti europee del Napoli, ma anche per gli allenatori accostati in questi giorni frenetici alla panchina azzurra, che aspettano un segnale dal presidente De Laurentiis per apporre la firma sul contratto.
Non è un segreto che, qualora il Napoli non dovesse riuscire a superare la Lazio di Pioli domenica sera al San Paolo, tutte le mire del club azzurro andrebbero su Sinisa Mihajlovic, promettentissimo allenatore serbo che però riserva qualche perplessità per curriculum, esperienza ad alti livelli e carisma internazionale. La positiva stagione sulla panchina della Sampdoria cancella, ma parzialmente, le delusioni ottenute dal serbo sulle panchine di Bologna, Catania e Fiorentina, oltre alla burrascosa vicenda della Nazionale serba. Due esoneri e due dimissioni forzate che non sembrerebbero fare di Mihajlovic un allenatore adatto per precedenti alla piazza azzurra, che però per temperamento e pugno duro sembra essere adatto, in caso di Europa League, a Napoli ed al Napoli.
Tuttavia, il nome di Mihajlovic sembra svanire tra le nubi qualora gli azzurri, con un colpo di coda, riuscissero a qualificarsi per la Champions League. Non è un bistrattare il serbo, bensì una presa di coscienza che, qualora gli azzurri dovessero affrontare i preliminari, bisognerebbe puntare su qualcuno di fidata esperienza e sicura presenza di spirito. I nomi che girano sono molteplici: si passa da Jurgen Klopp a Luciano Spalletti (nome decaduto nelle ultime due settimane ma sempre ben visto dal presidente), con Di Matteo e Prandelli (nomi freschi di ieri che sembrano però in secondo piano) pronti a subentrare. Emery e, secondo fonti Sky, Ancelotti, potrebbero essere i colpi da 90, anche se restano più un sogno che altro, così come l'allenatore tedesco che da domenica mattina sarà un disoccupato di lusso.
Il tutto con il contorno di una partita che vale una stagione ed una conferenza stampa, quella di oggi, nella quale si parlerà del futuro del Napoli (Stadio ?), e non dell'allenatore, con De Laurentiis che con ogni probabilità saluterà, ringraziandolo per ciò che ha fatto a Napoli in questi due anni, Rafael Benitez. Un uomo ed un allenatore che a Napoli, forse, ha vestito un abito fin troppo stretto per le sue forti e robuste spalle.