Chissà come si sente Massimo Oddo, allenatore da una settimana ed eroe da ancora meno: il suo Pescara dopo essersi conquistato il pass per i PlayOff di Serie B all'ultima giornata (3-0 al Livorno, rimasto fuori) vuole continuare la sua corsa. Il primo step non era affatto facile, ma l'ha superato alla grande: il Perugia è caduto in fatti tra le mura amiche grazie alle reti di Politano e Bjarnason, che hanno rimontato il vantaggio di Goldaniga. Una vittoria meritata per quanto visto in campo, ma anche sofferta. La gioia degli abruzzesi è molta ed è giustificata: ora il doppio incontro col Vicenza per continuare a sognare.
LA CRONACA
L'avvio di partita (con 10 minuti di ritardo per un cambio in formazione effettuato dai padroni di casa all'ultimissimo momento) è subito favorevole al Pescara, molto più attivo in avanti, sulla scia del 3-0 al Livorno con cui ha chiuso il campionato. Nei primi 10 minuti già due occasioni: prima Melchiorri fa la sponda per Bjarnason, sul cui tiro para in due tempi Koprivec, poi l'attaccante pescarese colpisce un palo piuttosto clamoroso a porta praticamente sguarnita dopo che il portiere umbro aveva smanacciato su un destro ancora dell'islandese. I movimenti sulle fasce creano problemi alla difesa di Camplone, che soffre ma resiste, anche se in ripartenza il Perugia fatica a pungere complice il buon posizionamento della difesa avversaria.
L'uomo più pericoloso è ancora Melchiorri, che al 23' colpisce un altro legno, stavolta di testa, ma a gioco fermo per una trattenuta dello stesso. Ancora il numero 9 sfiora il gol dopo la mezz'ora, con un sinistro alto non di molto. Poco sfruttate da parte dei ragazzi di Oddo le palle inattive: sono state diverse le occasioni per calciare in porta o spennellare cross al centro, ma Koprivec da questo punto di vista non ha mai corso pericoli. Il collega Fiorillo invece si deve sporcare i guantoni nei primi minuti per bloccare un tiro strozzato di Ardemagni: il primo tempo del Perugia è poca roba offensivamente.
La dura legge del gol colpisce però in apertura di ripresa: il Pescara attacca e non segna, e così segna il Perugia alla prima vera occasione da gol. Al 53' su una punizione battuta da Fossati spunta Goldaniga sul secondo palo, in posizione dubbia: il suo stacco di testa è deviato da un avversario e si insacca sul palo opposto alle spalle di Fiorillo. Il difensore è pericolosissimo anche cinque minuti dopo, sempre di testa da corner: stavolta esce di pochissimo la sfera. Come accaduto prima, nel momento migliore di una squadra, segna l'altra: Politano esplode il destro a sorpresa e buca un Koprivec non esente da colpe sul suo palo, pareggiando la partita. Diventa molto più bella la partita e le occasioni aumentano: Falcinelli si libera bene al tiro ma calcia centrale, mentre dall'altra parte due palloni pericolosi stazionano nell'area degli umbri, senza che però nessuno arrivi tempestivamente per deviarla in rete.
Melchiorri e Politano sono nettamente i mattatori, ed è proprio una loro combinazione che genera il calcio di rigore fischiato (giustamente) al 74': il primo fa la torre per il secondo, Fossati non può far altro che stenderlo in piena area. Dal dischetto Bjarnason sceglie la potenza e la piazza sotto la traversa. Falcinelli avrebbe sul piede il nuovo pareggio dopo soli due minuti, ma una deviazione lo manda fuori tempo e il suo destro in piena area finisce larghissimo. Perugia a trazione totalmente anteriore con Fabinho e Lanzafame in campo per i 10 minuti finali: il brasiliano al secondo pallone toccato prova subito un sinistro dai 25 metri che passa vicinissimo all'incrocio dei pali, dando l'illusione del gol. I ragazzi di Camplone si buttano all'assedio della porta di Fiorillo, creando qualche buona trama e recriminando anche un rigore, ma non c'è verso di segnare: in semifinale ci va il Pescara.
LE PAROLE DEL POST-GARA
2 gol col Livorno, uno col Perugia: Birkir Bjarnason ci ha messo la firma in questa corsa del Pescara. Queste le sue impressioni al termine della sfida: "Complimenti alla squadra, abbiamo fatto 90 minuti fuori casa contro una squadra difficile. Abbiamo giocato con cattiveria, tutti quanti a duemila all'ora, così andiamo avanti. Oddo? Ci ha dato confidenza, piccole e giuste cose che dovevamo migliorare: l'abbiamo fatto, abbiamo giocato una grande partite. Dove possiamo arrivare? Fino in fondo".
Felicità che si legge sul volto di Massimo Oddo, allenatore degli abruzzesi: "Abbiamo giocato la gara esattamente come l'avevamo preparata. Abbiamo saputo aspettare senza perdere la pazienza. Ho giocatori che sanno fare la differenza ma gare come queste le vinci solo se giochi da squadra. La differenza col Perugia è stata proprio questa, eravamo corti e abbiamo giocato da squadra. Prima il Pescara ripartiva con pochi giocatori, ora lo fa in undici. Abbiamo costretto gli avversari a non ripartire, pressando, attaccando su ogni pallone e li abbiamo costretti a non fare il loro gioco".
Tanta invece la delusione per Andrea Camplone, tecnico del Perugia, sia sul piano del risultato che sul piano del gioco: "Dovevamo essere noi a fare la partita, invece non è stato così. Loro non aveva nulla da perdere, invece noi sì e abbiamo perso dopo essere passati in vantaggio. Dovevamo chiudere la gara dopo il vantaggio di Goldaniga ma abbiamo lasciato giocare il Pescara che ha grande qualità. Ci dispiace aver concluso così dopo una stagione esaltante, ora c'è amarezza e i ragazzi sono molto delusi. Ringrazio i ragazzi, abbiamo fatto un campionato importante. Il futuro? Non voglio parlarne ora, vedremo dopo a mente fredda".