Sembrava l'anno della resurrezione del calcio italiano a livello europeo, sembrava l'anno in cui si poteva pensare di fare all-in, per poter risollevare il ranking e riportare la nostra bandiera in alto a livello europeo. L'Europa League però non ha portato i risultati sperati, perchè se la Fiorentina potrebbe essere quantomeno giustificata per aver perso contro il favorito Siviglia, molto meno giustificato dovrebbe essere il Napoli, che abbandona la competizione contro il decisamente meno quotato Dnipro.
Termina infatti per 1-0 in favore degli ucraini il match dell'Olympiyskiy di Kiev, che conquistano così la loro prima finale europea a livello storico: un'impresa per una squadra che sembrava non dovesse nemmeno passare la fase a gironi, prima di scatenarsi ed eliminare Olympiakos, Ajax e Brugge. A essere decisiva è la rete di Seleznyov, l'autore del gol (criticatissimo) dell'andata, quando c'erano due uomini in fuorigioco: bestia nera in tutti i sensi. Ma il Napoli non può aggrapparsi a un solo episodio, per quanto grave possa essere, perchè le occasioni sciupate non si contano sulle dita di una mano, anzi.
Le sorprese cominciano nel prepartita, quando Benitez decide di rinunciare a due pedine importantissime come Hamsik e Mertens, preferendo loro Insigne e Gabbiadini dal primo minuto, insieme a Callejon alle spalle di Higuain. Centrocampo confermato con Inler e David Lopez, mentre al centro della difesa insieme ad Albiol c'è Britos. Risponde in maniera speculare Markevych, che opta per l'eroe dell'andata (insieme al guardalinee) Seleznyov da prima punta, con Kalinic in panchina. Matheus sembrava avvantaggiato, ma sulla destra agisce Luchkevych.
L'apertura di gara è anche abbastanza favorevole al Napoli, ben messo in campo e padrone del gioco, anche se i padroni di casa aggrediscono molto bene i portatori di palla e provocano non pochi problemi, tra cui una buona punizione di Konoplyanka un po' centrale, anche se le occasioni ai partenopei non mancano: la prima arriva all'8' con Higuain, che lanciato da Inler spara su Boyko. Il Pipita non disputa una delle sue migliori partite, tutt'altro. Ancora lui però si rende pericoloso intorno alla mezz'ora con una girata di testa messa in corner dal portiere, dopo che il Dnipro aveva provato qualche verticalizzazione senza però avere successo, visto che Markevych ha organizzato una partita prettamente difensiva, puntando sulle ripartenze guidate da Konoplyanka.
La pioggia scende copiosa e complica decisamente i piani del Napoli, che soffre anche qualcosa in più del dovuto: al 34' avvisaglia di Seleznyov, che di testa impegna decisamente Andujar, reattivo e pronto. La sfida a tratti si interrompe, ci sono lunghe pause in cui la squadra di Benitez cerca spazi che non ci sono, risultando anche a tratti noiosa: tra il 35' e il 55' succede davvero poco, fin quando Konoplyanka decide di mettere in piedi il suo show personale dribblandone tre e arrivando al tiro, un po' troppo centrale. Ci aveva provato in diagonale anche Luchkevych, ma senza trovare la porta. Segnali di Dnipro che si concretizzano poi al 58', quando arriva il gol decisivo di Seleznyov, che mette in porta di testa un assist (manco a dirlo) di Konoplyanka dalla sinistra. Polemiche per una trattenuta in area su Britos dell'attaccante, ma c'è da dire che sembra che l'abbraccio sia reciproco.
Corre ai ripari Benitez, che tre minuti prima del gol aveva messo in campo Hamsik, inserendo anche Mertens e togliendo Gabbiadini e Insigne. Il folletto belga porta sicuramente vivacità al Napoli con le sue incursioni sulla fascia sinistra per poi rientrare sul destro, ma non frutta reali occasioni, se non un destro al 70' che termina fuori di poco. Boyko se la cava invece al 77', quando la sfera attraversa tutto lo specchio della porta prima di uscire sul fondo. Il 3-4-3 finale frutta qualche palla pericolosa, ma nessuna nitida occasione da gol: gli ucraini sono asserragliati dietro e nei cinque di recupero potrebbero anche raddoppiare, ma prima Andujar è spettacolare su Kalinic e poi è la traversa a dire di no a un colpo di testa di Matheus. Termina 1-0, e con l'invasione di campo dei tifosi ucraini: all'appuntamento con la storia ci vanno loro, i sogni del Napoli si infrangono su una bandierina non alzata e sulle troppe occasioni sciupate.