E’ stato sicuramente uno dei migliori colpi della sessione invernale del calcio mercato e della gestione Corsi, che rare volte aveva investito così tanto per un calciatore. Le attenzioni erano tante ma la condizione fisica e le pochissime presenze in un anno e mezzo di Milan non hanno certamente giovato a Riccardo Saponara, il “ragazzo d’oro” per chi lo ha conosciuto e visto crescere prima nei campi di Monteboro con la Primavera e poi in prima squadra dove ha collezionato 83 presenze e 12 gol, deliziando i tifosi e sfiorando la serie A nella finale dei play off di due anni fa con il Livorno persa amaramente.
Così Saponara si trasferisce al Milan dove si mette in mostra nel ritiro estivo ma non riesce a convincere i vari Allegri, Seedorf ed Inzaghi che lo relegano costantemente in panchina. Ed è qui che interviene l’Empoli che, nell’obbiettivo di rinforzare la squadra per raggiungere il traguardo della salvezza e per rilanciare un talento che si stava lentamente bruciando nel club rossonero, lo compra con un’operazione molto onerosa per un club come quello toscano: prestito fino a giugno con obbligo di riscatto fissato a 3,5 milioni in caso di raggiungimento della salvezza. Un vero e proprio investimento fatto da Corsi e Carli che hanno sempre creduto nelle qualità tecniche ed umane del ragazzo.
Saponara così subito debutta nel primo match ufficiale contro la Roma in Coppa Italia e subito fa vedere buone giocate ma troppo intermezzate e discontinue a causa della condizione fisica molto deficitaria. Nelle successive due partite disputate in campionato mostra grande voglia di fare e di rifarsi. Prima con l’Udinese realizza il suo primo gol in serie A e poi di nuovo con la Roma è protagonista nel bene e nel male: prima procurandosi un calcio di rigore a favore (con annessa espulsione di Manolas) successivamente realizzato da Maccarone e poi venendo espulso. La successiva squalifica e la varicella gli fanno saltare due gare in un momento per lui importante di crescita fisica e di prestazioni buone, così nelle successive partite si vede un giocatore in grande difficoltà fisica e psicologica e che non riesce ad incidere come vorrebbe e dovrebbe.
Il tutto sfocia in qualche mugugno e qualche prima critica (più a livello nazionale che a livello locale visto il grande affetto che lega Empoli e Riccardo) nei confronti di Saponara e dell’Empoli, reo secondo questi di aver sopravvalutato il giocatore e di aver fatto un investimento troppo oneroso. Ma ecco che arriva la partita con il Sassuolo dove Saponara realizza una delle prestazioni più belle della sua carriera finalizzando il grande gioco messo in campo (come al solito) dalla squadra con due bei gol con il mancino e un bell’assist con classico schema sarriano per il gol di Mchelidze (che era entrato da 14 secondi e che ha realizzato un record con il gol più veloce della serie A per un subentrato). Una prestazione impeccabile che ha fatto cambiare improvvisamente i giudizi su di lui, ora si accusa il Milan reo di non avergli mai dato la possibilità di metterlo in mostra e di farlo giocare con continuità. Ma grande merito ancora una volta va a Sarri per essersene fregato delle critiche e per aver sempre creduto nel suo pupillo. E ora può finalmente coccolarsi il suo talento consapevole che sta pian piano ritrovando il giocatore che ha incantato lui e tutta Empoli.