I numeri danno ragione al tecnico iberico, Rafa Benitez. Rispetto alla stagione 2011/2012, quando il Napoli partecipò alla Champions League in un simile girone di ferro, gli azzurri si trovano con ben otto punti in più in campionato e con lo stesso numero di sconfitte. Con Mazzarri i parenopei persero a Verona, Catania e ancora in casa con il Parma, mentre accanto all'exploit degli emiliani che nell'ultima giornata di campionato hanno espugnato il San Paolo oggi troviamo le sconfitte di Roma e Torino, sponda bianconera. In coppa, invece, i punti erano otto contro i nove di oggi con la differenza, però, che gli azzurri si giocheranno l'ultima carta contro l'Arsenal, in casa, mentre due anni fa bisognava espugnare il campo del Villarreal. Ma se i numeri paiono favorire Benitez, il gioco espresso finora dal Napoli non è affatto a suo favore. Il Napoli, che non cambia mai modulo di gioco, è troppo prevedibile. Ne sa qualcosa Conte, allenatore della Juventus, che prima del big match contro i napoletani aveva dichiarato di aver "studiato tutta la notte la squadra di Benitez" riuscendo poi in campo a prevedere facilmente ogni mossa della squadra partenopea e a stravincere per 3-0.
Tre sconfitte consecutive, comunque, hanno deluso e non poco l'ambiente azzurro. Il calore della piazza porta facilmente gli animi dall'entusiasmo alla depressione visto anche come queste sconfitte sono maturate. La partita giocata dagli azzurri contro il Borussia Dortmund, per esempio, è stata indecente. Atteggiamento sbarazzino e tatticamente indisciplinato hanno estremamente compromesso il cammino della squadra in Champions, incapace di cambiare il suo stile di gioco. A Dortmund bastava il pareggio ed affrontare il match in maniera un po’ più difensiva non sarebbe stato sbagliato. La squadra vista al Signal Iduna Park, però, era sfilacciata, lunga e completamente inesistente a centrocampo, in cui gli isolati Dzemaili e Behrami erano sempre in inferiorità contro i velocisti del Borussia.
Hamsik dopo una partenza stellare, non segna dalla partita col Catania. Da allora lo slovacco ha cominciato una parola discendente che dura fino ad oggi. Marekiaro sta giocando nettamente sotto i suoi soliti livelli di rendimento e a pagarne dazio sono i suoi compagni. Dai suoi piedi possono arrivare gol pesanti e anche assist brillanti per gli attaccanti ma lo stop forzato a causa di un problema al piede lo hanno reso il fantasma del giocatore che era soltanto un mese fa. Nelle ultime gare disputate prima dell'infortunio comunque gli è mancata lucidità ed ha sbagliato qualche passaggio di troppo, soprattutto in situazioni in cui avrebbe potuto essere molto più pericoloso e sicuramente la sua condizione fisica sembra essere un problema abbastanza serio visto che gli impedisce di esprimersi al meglio.
La sensazione è che questo Napoli abbia bisogno del miglior Higuain e del miglior Hamsik per puntare in alto. Benitez attualmente non ha i giocatori di cui ha bisogno per far giocare la squadra come vorrebbe, a seconda della sua filosofia di gioco e anche se il tecnico spagnolo aveva ampiamente pronosticato che i momenti difficili sarebbe arrivati, pare improbabile che avesse potuto pensare che i momenti più bui del Napoli sarebbero arrivati contro quattro big e addirittura contro il Parma. Dopo un avvio in pompa magna, adesso la squadra partenopea sta attraversando un momento di crisi, si è staccata sensibilmente dalla lotta scudetto composta dal duo Juventus-Roma e molto probabilmente darà l'addio alla Champions League retrocedendo nella più modesta e meno prestigiosa Europa League.
I contraccolpi psicologici si faranno sicuramente sentire e non sarà facile per Benitez gestirli, soprattutto alla luce delle prestazioni opache del bomber argentino e di Hamsik che lunedì sera contro la Lazio in campo tornerà a disposizione del tecnico iberico e sarà chiamato al riscatto. Per Higuain invece resta sempre presente l'ombra di Cavani che oltre al talento cristallino univa doti uniche da trascinatore. Per uscirne fuori il Pipita deve cominciare a convincere con gol e prestazioni di carattere. Il Napoli dipende dalle stelle di Higuain e Hamsik e se queste stelle continueranno nella loro crisi la salita verso i traguardi prefissati ad inizio stagione si farà talmente dura da divenire impossibile.
SSC NapoliVAVEL