Per gli esterni del Napoli è una stagione alquanto travagliata, con infortuni a catena che hanno colpito prima Maggio, poi Zuniga e quindi Mesto. Il primo è rientrato da poco in campo, gli altri due staranno ancora fuori a lungo. Per Camilo Zuniga ci vorrà ancora un mese circa prima di poterlo rivedere in campo. Il colombiano era, prima dell'infortunio, una delle pedine importanti dello schieramento di Benitez. Dopo aver vissuto un'estate con la valigia in mano, ad un passo dalla Juventus e col contratto in scadenza a giugno 2014, Zuniga ha saputo riconquistare l'affetto dei tifosi a suon di ottime prestazioni e ha poi firmato ad inizio ottobre il rinnovo contrattuale fino al 2018. Poi l'infortunio che lo ha costretto all'intervento chirurgico al ginocchio.
"Penso di essere pronto entro un mese - ha spiegato lo stesso esterno colombiano intervistato dal Corriere dello Sport - Il programma di recupero procede bene. Non voglio accelerare, ma ho fretta, perchè ho perso già troppe gare. Tra un mese si entrerà nella fase finale del periodo caldo. Arriverà l'Arsenal al San Paolo, l'ultima del girone di Champions, e vorrei esserci. Sperando che magari la qualificazione sia stata conquistata in anticipo".
"E il 15 dicembre il match con l'Inter - ha detto ancora Zuniga - Mazzarri? A lui posso solo dire grazie, perché mi ha cambiato, credendoci quasi più di me. Io neanche ci pensavo che un giorno sarei diventato un esterno di sinistra. Mi ha martellato, mi ha trattato come si fa con i bambini alla scuola calcio: vieni qua, ci si mette così, questa è la diagonale, calcia... Un giorno ero sfinito, in confusione totale: lo pregai, “mister lasci stare, non ci riesco, non ce la faccio”. Erano i suoi primi mesi, il San Paolo mi fischiava, non mi ero presentato bene, non piacevo. Ma lui decise per me: si fa in questo modo e fino a quando ormai era buio, allenamenti sulla tecnica, sulla postura".
E sulla stagione Zuniga è fiducioso: "Siamo una grande squadra e peccato per questi infortuni - ha detto - Prima Maggio, poi io e poi anche Mesto. Una maledizione. Ma abbiamo un organico ampio e una società che ha creato un gran gruppo. Benitez? Ha fame, nonostante i suoi vari successi. E noi abbiamo il suo stesso appetito, perché tanti di noi non sono ancora riusciti a conquistare quello che volevano. Non sarà certo semplice imporsi, ma bisogna fare attenzione al Napoli. Noi lavoriamo per questo. Però ci sono anche l'Inter, la Roma e soprattutto la Fiorentina".
E sugli obiettivi il colombiano non ha preferenze: "Scudetto o Champions? Tutti e due. Nelle ultime quattro stagioni, con l'arrivo di Mazzarri, sono stati fatti enormi progressi. Ora, con l'avvento di Benitez, abbiamo acquisito una dimensione internazionale. Sarà dura batterci. La Juventus? Sono i più forti del campionato, due scudetti non li hanno placati, hanno ancora quella sana cattiveria agonistica".
Eppure la scorsa estate sembrava dovesse approdare proprio alla Juventus, poi quella sera al San Paolo in cui aveva saltato assieme ai tifosi al coro di 'Chi non salta juventino è': "Era la presentazione della squadra - ricorda Zuniga - si erano dette e scritte tante cose, vivevo un momento difficile e il cervello frullava. Io dovevo rispetto alla società, con la quale però non si riusciva a trovare un'intesa. Ne dovevo alla gente, ne dovevo anche a me. Sentivo l'altoparlante che ci chiamava uno ad uno, venne fischiato Gargano, ma quando entrai io i fischi non smettevano. E così ogni volta che toccavo il pallone. Non pensavo di giocare, dopo quell’accoglienza. Ma Benitez scelse bene: scaldati, vai dentro. Dissi a Insigne dammi il pallone. Ero bello carico. Ricordo tutto, feci pure un gran gol, mi sentii liberato, potevo buttare fuori tutto quello che avevo accumulato. E mi venne la danza. Io ho sempre saputo che quei fischi erano d’amore, un modo per contestare l’eventuale mio addio".
"Io qui ci sono stato sempre bene - ha detto ancora il calciatore azzurro - con questa maglia sono cresciuto e sono diventato qualcuno, che ha avuto mercato per un'estate intera, che è stato accostato a club di una importanza enorme. Ma lo è anche il Napoli. E lo è sempre di più. Barcellona e Real Madrid? Ho rinnovato per il Napoli e non sarebbe giusto ora sbilanciarsi su ipotesi che non esistono. Però sono coerente e so che nel calcio la cessione è dietro l'angolo: potrebbe accadere o anche non succedere, ma onestamente aggiungo anche: Barcellona e Real Madrid sono il sogno di qualsiasi calciatore".
In conclusione Zuniga parla dei suoi esordi: "Ero mezzala, da ragazzo: maglia numero dieci. Mi veniva bene. Però un giorno mancò il titolare della Nazionale giovanile e il Ct chiamò il mio allenatore per chiedergli un cambio. “Ti mando Zuniga”, gli disse. Poi telefonò a me: “Guarda che vai lì, serve un fluidi- ficante, non dire che giochi a centro- campo”. Mister, se vuole dico pure che sono portiere. In allenamento volavo... E sono arrivato sin qua". E ricorda affettuosamente il "Pocho" Lavezzi: "Con Lavezzi eravamo sempre assieme, sempre. Siamo amici e ci sentiamo, tante volte. Un ragazzo straordinario, che me ne ha combinate di tutti i colori. Ogni giorno c’era uno scherzo da evitare: e adesso, quelli che lui faceva a me io li rifilo ad Armero".
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