La sconfitta di Cagliari, la quinta in otto gare di campionato, aveva alimentato le ordinarie avvisaglie, ma la notizia dell’esonero di Rolando Maran da allenatore del Catania non ha mancato di suscitare clamore. Ieri pomeriggio un comunicato del club etneo congedava il tecnico trentino, che paga il difficile inizio di stagione ma soprattutto lo stato precario del gioco espresso dalla squadra, preoccupante e mai convincente.

Il lavoro poco fruttuoso nel ritiro estivo, ostacolato a sua volta da una politica societaria poco chiara in materia di mercato, macchia fatalmente la sua impeccabile regia dietro l’esaltante stagione passata, conclusa all’ottavo posto. Maran era successo a Montella nell’estate 2012, reduce dalla promozione in serie A appena sfiorata con il Varese.

Il presidente Pulvirenti ha subito designato il suo successore, ovvero Luigi De Canio, al ritorno in panchina dopo l’esonero al Genoa dopo nove giornate della scorsa annata, seguito alla salvezza conseguita in corsa in quella precedente. Con Pescara (promozione in A sfiorata nel ’98-’99), Udinese (ottavo posto in A nel ’99-’00), Siena (due salvezze di fila tra il 2005 e il 2006) e Lecce (promozione e salvezza in A nel ’10-’11) le esperienze di maggior rilievo del 56enne materano, chiamato a ricreare gioco e unità di idee in un gruppo al momento lontano dalla direzione giusta per un campionato più consono alla tradizione passata e al proprio livello tecnico.