Nella giornata di Giovedì 17 Ottobre, alla vigilia del big match tra Roma e Napoli, Diego Armando Maradona, che poi l'indomani sarebbe stato all'Olimpico a vedere la partita, si trovava nella sede ufficiale della Gazzetta dello Sport, a Milano, per presentare una nuova collana DVD della sua storia girata con Gianni Minà. A seguire la sua conferenza stampa c'era anche un ragazzo speciale, un suo grandissimo tifoso, Luca.
Affetto da una rarissima malattia che a 13 anni interuppe bruscamente la sua carriera calcistica Luca scrive: "Ad oggi, dopo 23 anni, non ho una diagnosi ben precisa. Sono su una sedia a rotelle, riesco a fare giusto 3/4 metri a piedi ed uso ossigeno 24 ore su 24, oltre ad una macchinetta notturna chiamata Bipap, che mi aiuta a respirare meglio e ad abbassare i livelli di anidride carbonica che sono sempre alti".
Dopo aver letto, mercoledì, sulla Gazzetta dello Sport che Maradona sarebbe stato a Milano (a soli pochi chilometri da Varese, la città dove Luca vive), Luca tramite qualche conoscenza a livello giornalistico è riuscito a rimediare tre pass per la conferenza stampa: per lui, per il fratello che lo accompagnava e per un giornalista della sua città che poi avrebbe scritto un articolo su quella giornata. Così Luca spiega la sua passione per Maradona: "Come ogni tifoso del Napoli, Maradona è il D10S del calcio, ogni bambino napoletano che giocava negli anni 90 guardava Diego estasiato, Diego era il calcio. Quindi fin da piccolo, ormai sono passati quasi 30 anni, ho avuto sempre il sogno di poter vedere giocare Diego. E poi di incontrarlo. Vederlo anche solo da lontano".
Luca arriva a Milano alle 12,30. Stomaco chiuso, palpitazioni, agitazione. Lo sistemano in un angolo dove c'è più aria viste le sue difficoltà di respirazione. La folla, racconta Luca, è immensa, è l'apoteosi. Cori, grida, applausi. Maradona arriva alle 15,30. Luca scrive: "Con quei pochi muscoli che mi rimangono, alzo il braccio sperando che mi veda. Sono lì a 4 metri, lui mi guarda fa un sorriso e mi manda un bacio… no, no. Non posso crederci. Adesso posso anche morire contento! Cuore a mille, insomma. Anzi, forse il battito è talmente veloce che penso non mi batta più, respirazione affaticata, devo persino farmi alzare l’ossigeno da mio fratello…" Ma le sorprese e le emozioni non sono finite.
L'intevista di Maradona comincia, Luca lo guarda estasiato, incredulo di poterlo vedere in carne ed ossa. Dopo un'oretta l'intervista finisce, e come racconta Luca: "Trovo un organizzatrice dell’evento che qualche ora prima si era fermata a parlare con me dicendomi: “Ciao Luca sono contenta che sei qui. Ho visto un tuo servizio in Rai mi ha molto commosso la tua storia, ti piacerebbe dopo andare fuori nel piazzale con Diego e altri 3 ragazzi scelti dalla Gazzetta a fare due palleggi?”. Aspetto qualche secondo a rispondere, dentro di me dico: “Dimmi che mi sta prendendo in giro, dimmi che non sto sognando”. Le rispondo con un sorriso a 56 denti: “Magariiiii”. “Ok, quando è finita l’intervista ti farò passare dal retro”, mi risponde". E' così è stato. Luca si ritrova in un campettino di 30 mq ad aspettare Diego che dopo pochi minuti arriva al campetto seguito da una scia di giornalisti, fotografi, curiosi e guardie del corpo. Così Luca ricorda il suo incontro col suo idolo: "Entra nel campetto, fa qualche tiro, due palleggi e insieme a mio fratello cerco di farmi notare, un po’ come tutti quelli che erano li d’altronde. Mi dà una prima occhiata, poi una seconda e dopo qualche secondo dice: “Lui vado a salutarlo”. Lo guardo senza dire una parola, sono fermo, occhi spalancati, l’unica cosa che riesco a dire a mio fratello: “Alza l’ossigeno”. Mi abbraccia e mi bacia in fronte, lo guarda con occhi spalancati, salivazione azzerata, mi escono giusto due parole: ” D10S EXISTE”… Lui fa un mezzo sorriso, mi prende la mano e me la bacia. Io lo guardo fisso, forse mio fratello dice: “Facciamoci una foto”. Non so saranno stati 10 o forse 15 flash…Diego mi fa un ultimo sorriso e va via… Io rimango lì fermo, non voglio piu muovermi, le ciglia non si muovono, vorrei bere, ma non riesco a prendere la bottiglietta perché mi tremano le mani. Vorrei piangere, ma ho un sorriso stampato…Torno a casa, gioia a mille, continuo a pensare all’accaduto, di notte non dormo, continuo a vedere e rivedere foto e video. Ho realizzato il sogno di una vita…".
Tutto è stato detto e scritto su Diego Armando Maradona ma nella giornata di giovedì, l'ex numero 10 di un Napoli che sul finire degli anni 80' grazie alle sue prodezze, estro e genio, ha incantato il mondo intero, ha regalato la cosa più importante ad un ragazzo che tanto la desiderava: un'emozione indescrivibile, un incontro che per Luca ha significato una vita intera. Questo è anche Maradona.