Takayuki Morimoto e il Catania, un rapporto nato sette anni fa e che non è ancora finito. L’attaccante giapponese, infatti, conoscerà a fine mese il suo destino, al momento diviso tra l’Al Nasr di Dubai e i rossazzurri. Il club degli Emirati Arabi, infatti, ha tempo fino al 30 giugno per riscattare il cartellino del giocatore, arrivato a gennaio in prestito. Tuttavia, non è detto che l’operazione vada in porto: Walter Zenga è stato esonerato e Morimoto potrebbe non essere nei piani del nuovo entourage. Dovremo aspettare ancora un po’, dunque, per sapere se la storia tra il Catania e il più giovane professionista a debuttare nel Sol levante è destinata a proseguire.
Tutto è nato nell'estate 2006, quando i siciliani, neopromossi in Serie A, hanno acquistato dal Tokyo Verdy il primo giapponese della loro storia. Morimoto ha soli diciott’anni, ma per per rapidità e freddezza sottoporta viene paragonato al brasiliano Ronaldo. Nel campionato Primavera, in effetti, comincia a segnare con regolarità, guadagnandosi le attenzioni di Marino, allenatore della prima squadra. Il mister di Marsala lo fa esordire negli ultimi minuti di Atalanta-Catania e il giovane asiatico ricambia segnando il gol del pareggio. Da quel momento in poi, anche a causa di infortuni, il suo rendimento è discontinuo: nel 2007-2008, per lui, appena quattordici partite e un gol in Serie A; nell'annata seguente, invece, ventitré gare, corredate da ben sette reti e dall'interessamento di Arsenal e Manchester United nei suoi confronti. Non se ne fa nulla e, nel 2009-2010, Atzori punta su di lui come perno d’attacco.
Il giapponese, però, fatica a segnare, il Catania è ultimo in classifica e l’allenatore viene sollevato dall’incarico. Con gli arrivi di Mihajlovic e Maxi Lopez, Morimoto non trova più spazio e chiude la sua annata con ventisette partite e appena cinque gol. Va peggio nella stagione seguente dove con Giampaolo prima e Simeone poi, totalizza solo dodici gare, mettendo a referto una sola marcatura. Nell’estate 2011, allora, si trasferisce a Novara in comproprietà, ma le cose non vanno meglio: diciotto partite, quattro gol (uno dei quali contro il Catania) e tanti problemi fisici che, tra l’altro, fanno saltare il suo passaggio al Chievo nel mercato di riparazione.
Tornato in riva al Mar Ionio dopo la retrocessione dei piemontesi, sembra a corto di motivazioni e Maran gli regala solo pochi scampoli di gara. In scadenza di contratto, a gennaio il giapponese rinnova per un anno, prima di passare in prestito all’Al Nasr dove ritrova due vecchie conoscenze rossazzurre: Zenga e Mascara.
Negli Emirati ritrova la via del gol e chiude la stagione con venti partite e dieci reti tra campionato e coppe che, tuttavia, non bastano a centrare la qualificazione nelle competizioni internazionali. Con l’addio di Zenga non è detto che il giapponese rimanga a Dubai; a quel punto il Catania sarebbe costretto a riabbracciarlo per il ritiro estivo, come potrebbe accadere anche con Maxi Lopez. I due attaccanti resterebbero in attesa di sistemazione, ma non è detto che alla fine uno dei due non rimanga per fare il vice-Bergessio.