L’Atalanta non vinceva a Marassi da 21 anni, contro il Grifone, ma si accontenta di non sfatare la cabala e rimpolpare una classifica che la vede veleggiare per mari senza vento. I 3 punti, invece, servivano al Genoa (mancano ormai da 8 turni). Servivano come ossigeno per risollevare una situazione ormai critica a cinque partite dalla fine: l’1-1, al contrario, alimenta tensione e paure, con la B virtuale sempre più reale, con il Siena a quota 30 che domani affronta il Chievo in casa, e rischia di allungare a 4 punti il margine dai rossoblu terzultimi.
E’ una partita orfana dei due bomber (Borriello da una parte, Denis dall’altra), e si vede. A parte un inizio scoppiettante, quello di Genova è un pomeriggio maschio e deludente, quasi cattivo, di certo non per i palati fini del calcio. Alla fine si contano 9 ammoniti (4 per il Genoa, 5 per l’Atalanta) e tanta, tanta noia. Eppure al 6’ Floro Flores portava in vantaggio la squadra di Ballardini, staccando meglio di tutti su un calcio di punizione di Matuzalem. Basta poco per spezzare le speranze genoane: prima Frey si supera, mandando in angolo, su un colpo di testa di Lucchini; poi è costretto ad arrendersi al sinistro potente e chirurgico di Del Grosso, scaturito dallo stesso corner. Sono passati appena centoventi secondi dal vantaggio dei padroni di casa: si è sull’1-1 dal quale la partita non si schioderà più.
Cominciano i falli, l’agonismo puro, i cartellini gialli (in poco tempo Bertolacci, Scaloni, Floro Flores e Biondini finiscono sul taccuino). L’Atalanta gestisce il pareggio, che le sta bene, con la maestria di Cigarini, il Genoa prova a pungere con i calci piazzati o con cross per nulla insidiosi che partono principalmente dai 35-40 metri: il risultato è tanta apatia e nessun sussulto. Ci riprova Floro Flores verso il finale di tempo, ma Consigli blocca il colpo di testa; i bergamaschi attaccano in contropiede ma Livaja non ha le caratteristiche di Denis per mantenere la sfera e smistarla sulle fasce, magari per il genio di Bonaventura.
La ripresa comincia come si era concluso il primo tempo, con l’ennesimo giallo, stavolta di Livaja, che rischia grosso saltando a gomito alto su Manfredini. Poi Jankovic si stende per arpionare un cross dalla destra, e manda appena fuori. Dall’altra parte Cigarini ha il piede caldo, ma calcia a lato; è la stessa sorte di una conclusione di Bertolacci, poco successiva. Più che le azioni da rete diventano fondamentali i fatti marginali della partita, come l’espulsione di mister Colantuono dopo l’ennesima protesta.
Il Genoa alza progressivamente il proprio baricentro, nel finale di partita, ma la faccia impietrita di Preziosi, in tribuna, dice tutto. Neanche tentare di risolvere da fuori area è una buona idea, dato che prima Matuzalem spara su Consigli (85’), poi Kucka manda altissimo. Il finale è un mezzo assalto genoano, ma nulla di rilevante accade nei 4 minuti di recupero. Si moltiplicano i fantasmi del Grifone, fermo a quota 29, quando sono rimasti appena 15 punti disponibili; l’Atalanta mette un altro mattone sulla salvezza ormai in tasca, nonostante il -2 che grava dall’estate.